Sabato Angiero Arte/ Oltre il linguaggio: incontro necessario con il silenzio (27 giugno). Tra i protagonisti, Felix Policastro e Tonia Erbino

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Non una mostra, non uno spettacolo, ma un incontro necessario. Abitare il Silenzio, Ascoltare il Dolore è il nome di questo gesto condiviso. Nasce come costola, e forse come cuore, della mostra “Oltre il linguaggio: dove le parole diventano luogo” di Giuseppe Caccavale Giuseppe Ferraro , insieme ai giovani artisti Fatima Benedetto, Simone Luciano e Nicola Zucaro.
Prende forma da una domanda semplice e profonda: come possiamo ancora ascoltare, senza voltare lo sguardo? In un tempo dominato dall’accelerazione, dall’eccesso visivo, dalla saturazione dell’informazione, fermarsi diventa oggi un atto di resistenza culturale. Questa iniziativa nasce come atto poetico e civile, un tentativo concreto di contrastare quella forma sottile ma devastante di indifferenza che l’assuefazione al dolore produce.
Lontano dai linguaggi dell’intrattenimento, l’incontro si configura come un momento sospeso, un varco aperto nella frenesia del presente. Qui lo spettatore non è più tale: è testimone e partecipe. L’arte non rappresenta: chiama in causa. Non cerca di mostrare, ma di stare. In punta di piedi, con rispetto, con fragilità. Non ci sarà la consueta convivialità e non è tempo di celebrare. È tempo di comprendere. Insieme.
L’invito è stato accolto con generosità da numerosi artisti che hanno scelto di esserci: Antonio Raucci, Adriana del Vento, Antonio Carotenuto, Claudio Cuomo, Caterina Gualco, Antonio Cervasio, Teresa Dell’Aversana, Salvatore Manzi, Giacomo Savio, Il Manifesto, Matteo Fraterno, Corrado Pastore, Filippo Tufano, Felix Policastro, Sara Capoccioni, Francesco Cocco, Tonia Erbino.
L’allestimento delle opere, in armonia con la mostra principale, rifiuta ogni forma di spettacolarizzazione: privilegia la discrezione, il sottovoce, il gesto fragile. Le opere dialogano tra loro, e con le parole del filosofo Giuseppe Ferraro, creando un tessuto di silenzi abitati, di domande che non cercano risposte, ma che chiedono ascolto.
La bandiera de Il Manifesto ha il suo vento, come le piume leggere di Antonio Carotenuto. L’opera di Antonio Raucci vive di luce propria come una fiamma interiore. Il video di Filippo Tufano sale come un lamento dalle macerie di una guerra quotidiana.
Abitare il silenzio, ascoltare il dolore non chiede pubblico, ma presenza. Non offre distrazione, ma attenzione. Non cerca emozione, ma empatia reale. Venerdì 27 giugno alle 20, nella galleria sabato Angiero di Saviano.

Per saperne di più
www.sabatoangieroarte.com

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