Stabat Mater di Roberto De Simone al Teatro San Carlo è un evento culturale di notevole spessore. E’ uno spettacolo che emoziona non solo per la bravura dei musicisti, dei due cori, dei cantanti ma per la nota originalit  del Maestro. La sua è una edizione nuova contemporanea al nuovo corso impresso da Papa Francesco che appena ieri ha liberato la donna falsamente descritta dalla Bibbia, pare che non sia Scrittura Sacra, dall’infame ruolo di essere peccatrice per aver desiderato una mela e ora manca la correzione di non essere nata da una costola di Adamo per suggellare la sua dipendenza totale dal maschio come se fosse un suo sottoprodotto.
De Simone propone un canto di amore della Madre per il Figlio morto per la salvezza dell’umanit , per la libert  dalla schiavitù, per l’uguaglianza per la parit  di diritti civili tra diversi. L’evento è dedicato a Aan Kurdi, bambino annegato col fratello Galip e la mamma Rehan in fuga dalla miseria fame guerra civile sognando un futuro felice e dignitoso come spetta ad ogni essere umano.
Il Maestro ha elaborato il Salmo 51 di Bach esaltato dalla commovente Stabat Mater musicata da Pergolesi, nato a Jesi vissuto a Napoli, su testo di Jacopone da Todi. Ha fuso le due opere in una meno drammatica in cui si celebra la gioia di vivere. Dalla morte di un seme nasce una nuova pianta e in fisica “nulla si distrugge tutto si crea”. La morte del piccolo Aan forse scuoter  le coscienze di sovrani europei, delle Nazioni Unite, USA.
Sul palco a sipario aperto è gi  uno spettacolo che evidenzia la grandezza del Teatro, la sua giusta notoriet  nel mondo, professionalit  degli organizzatori, la bravura delle maestranze. Tra Coro e Voci bianche più di 150 e con l’orchestra e cantanti si superano i 170 protagonisti. Appare di assistere adun concerto per solo organo in una cattedrale Romanica. Le 150 ugole umane in sintonia con strumenti emettono variet  di suoni raffinatamente concatenati che creano in chi ascolta un originale caleidoscopio di cascate, ruscelli, boschi, giochi di fanciulli, musiche afrocubane, danze popolari o a corte tra nobili con parrucche e dame in gonfi abiti pregiati scollati nell’600/700.
E’ la festa della musica e del canto con ragazzi e adulti di etnie diverse. Nella orchestra il primo violino è sostituito da una fisarmonica organo dei poveri sempre presente nelle danze delle nostre antiche lavandaie di Antignano e nelle feste danzanti e nei matrimoni sull’aia. Unico strumento a corde è la viola da gamba, presente nelle orchestre barocche, con esso corni, trombe, tromboni, tastiere, pianoforte, timpani, vibrafono. Direttore Maurizio Agostini. Quartetto vocale Gospel con Cher Porter, Martin Denise Elessa, Sergio Dos Santos, Keel Watson. Fisarmoniche Ivano Battiston e Luca Colantonio. Pianoforte e Fortepiano Mario Nappi. Orchestra, Coro diretto da Marco Faelli e Coro voci bianche Maestro Stefania Rinaldi del teatro San Carlo.

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