«A Gabriele pareva quasi di aver rincorso e ripreso il lungo momento che gli era sfuggito. Era partito a meno di 17 anni, dopo la morte della madre, ed ora quelle settimane di convalescenza gli offrivano la possibilità di riabbracciare i parenti, di incontrare gli amici, di vagare per i luoghi di sempre, cioè in quelle tre strade e due piazze che avevano caratterizzato Pescara per secoli. Una giornata primaverile che faceva profumare quei luoghi di fiori di arance, di liquirizia e di mirto: le piante che davano vita a quei posti paludosi, acquitrinosi, difficili da vivere almeno fino alla fine dell’Ottocento».
Nel romanzo “Fronte del cuore. L’amore ai tempi delle trincee” di Licio Di Biase (www.vertigoedizioni.it) si racconta la storia di Gabriele De Marinis, nipote prediletto di Gabriele D’Annunzio e soldato impegnato al fronte durante il primo conflitto mondiale.
Gabriele è tornato nella sua città, Pescara, per trascorrere un periodo di convalescenza dopo aver contratto la malaria in Albania; è il 1917 e la guerra è giunta a un momento cruciale: l’entrata degli Stati Uniti nel conflitto ha modificato gli equilibri, e inoltre è da poco avvenuta la tragica disfatta di Caporetto.
Licio Di Biase racconta la storia dell’amore tormentato tra il soldato Gabriele e Antonietta Franceschini, inserendo la loro vicenda nella cornice della Grande Guerra e mostrando come essa impattò profondamente non solo sulla vita dei militari ma anche su quella dei civili.
Il fatto che Gabriele fu il nipote di D’Annunzio ha dato la possibilità all’autore di ricostruire anche il contributo che il Vate diede alla propaganda bellica, narrando delle sue iniziative personali, a volte discutibili, e in generale trasmettendo quella che era l’aria che si respirava in quel complesso periodo storico, riportando stralci dei discorsi di D’Annunzio e delle dichiarazioni di diverse personalità politiche.
Gabriele incontra Antonietta durante i giorni della sua convalescenza: è amore al primo sguardo ma il giovane riesce a dichiararsi solo una volta tornato al fronte, in una cartolina piena di passione e di aspettative; è l’inizio di una fitta corrispondenza composta da un centinaio di lettere inviate tra luglio del 1917 e dicembre del 1919, che l’autore ha deciso di inserire integralmente nel romanzo.
Questo epistolario è oggi conservato nel Museo della Lettera d’Amore di Torrevecchia Teatina (Chieti), e rappresenta una testimonianza viva, esattamente come quest’opera, delle condizioni in cui vivevano i soldati al fronte e di quelle di chi li aspettava a casa, in angosciante attesa di avere notizie dei loro congiunti. (Erik Di Vastra)
©Riproduzione riservata