Un libro è per sempre. Ti lascia una traccia impalpabile, entra nella tua memoria e si adagia tra i tuoi pensieri. Lo porti con te senza che tu te ne accorga. Un libro fotografico raddoppia questo effetto.  Volteggia con i suoi colori  vivi nel tuo sguardo interiore e diventa un tassello importante della tua tavolozza visiva. Di questo  universo fa parte il nuovo volume di Vittorio Pescatori dal titolo “Cenerentola” (artstudiopaparo editore)  che l’artista/scrittore presenta mercoledì 31 maggio (ore 18), Al Blu di Prussia ( in via Gaetano Filangieri, 42 ),  lo spazio multidisciplinare partenopeo di Giuseppe Mannajuolo diretto da Mario Pellegrino. Una fiaba rivista tra pittura, narrazione e immagini. Con l’autore ci sarà Antonella Basilico Pisaturo.
“Cenerentola”  arriva dopo  “Io, Pinocchio”, la “Bella Addormentata” e “Bianca Neve”. Pescatori sceglie dal suo archivio 200 fotografie originali, colorate a mano, di impronta reportagistica, realizzate in Italia e all’estero. E così racconta, con ironia e leggerezza, la vicenda che ha incantato e anche irritato tante generazioni di piccole donne.
Per ogni scatto, poche essenziali righe. Quasi una didascalia per descrivere “come la Regina Cattiva di
Biancaneve, anche la Matrigna Perfida di
Cenerentola è un’usurpatrice, l’una della corona e del trono, l’altra del capitale economico e di affetti del padre scomparso in cerca di benefici per sé e per le proprie figlie, in sintesi, tanto simile alla borghese Madame Verdurin di Proust questa, quanto quella di Biancaneve simile alla Lady Macbeth di Shakespeare; perché l’anima umana, quindi le favole che la contengono, si adatta ai vari periodi storici ma è sempre la stessa”.
Milanese, con origini parmigiane e toscane, l’autore, che vive tra Milano e Capri, spiega il suo rapporto con la fotografia: «Ho sempre avuto diffidenza per le foto a colori, così infedeli e soggette alla chimica, tanto che per molto tempo ho colorato le mie foto con pastelli, acquarelli e matite in modo di dare alla realtà il colore che decidevo io e che mi sembrava più congeniale. Non importa se magari i faraglioni diventavano verdi e il mare giallo. Anzi. Ora con il digitale mi sono un po’ riappacificato con la fotografia a colori perché ha raggiunto una fedeltà insperata».
In alto, una delle immagini del libro

  

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