“Straight voice“. E’ lo scatto (foto) con cui il giapponese Yasuyoshi Chiba si è aggiudicato il World press photo of the year 2020. L’immagine ritrae un giovane, illuminato dalla luce di alcuni cellulari, mentre recita una poesia nel mezzo di un blackout avvenuto durante una manifestazione a Khartum, in Sudan, il 19 giugno 2019.
Malgrado il coronavirus e quindi la cancellazione della celebrazione ufficiale,  sono stati valutati i lavori di 4.282 fotografi, provenienti da 125 paesi per un totale di 73.996 fotografie. In finale, sono 44 autori provenienti da 24 paesi, tra cui  sei i fotoreporter italiani premiati: Alessio Mamo, Daniele Volpe, Lorenzo Tugnoli, Luca Locatelli, Fabio Bucciarelli e Nicolò Filippo Rosso.
Il World Press photo story of the year 2020, invece, va al francese Romain Laurendeau con un reportage che racconta la condizione sociale di tanti ragazzi algerini che hanno ispirato le rivolte del 2019 in Algeria.
La mostra riapproderà a Napoli in autunno.  La Cime, uno dei maggiori partner europei della Fondazione World Press Photo di Amsterdam, anche quest’anno consoliderà la collaborazione con Museo Archeologico di Napoli per organizzare e esporre World Press Photo Exhibition 2020  il prossimo novembre.

 

 

 

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