Nell’aula magna del liceo classico Umberto I, stamattina, si è svolta una conferenza sulla legalit  negli stadi volgendo uno sguardo più attento allo stadio San Paolo e alla variegata tifoseria partenopea. Spunto di riflessione è l’antologia “Scrittori in curva (nove storie d’amore per nove squadre di calcio)” ideata e curata da Marco Ottaiano e promossa dalla Fondazione Premio Napoli. L’antologia copre un arco temporale molto vasto, quasi sessant’anni, dagli anni cinquanta a oggi. Ogni scrittore ha cercato uno spunto narrativo nell’archivio d’immagini che la propria squadra gli ha donato e ha cercato di trasmetterlo all’ipotetico lettore, trasmettergli la passione, sana, con cui ha vissuto quei momenti e con i quali bisognerebbe sempre vivere il calcio. Ecco qui servito il collegamento con il tema della legalit . Il liceo Umberto I ha aperto le porte alla legalit  e alla passione calcistica cercando di coniugare i due fondamentali e inscindibili aspetti del calcio. Lo ha fatto cercando e proponendo delle soluzioni, come quella proposta da Carlo Alvino, volto della domenica calcistica di Canale 9, che suggerisce di adottare il modello inglese. “Bisognerebbe” dice “abbattere le nostre strutture fatiscenti invece di finanziare nuove ristrutturazioni e abbandonare un modello vecchio di stadio. Fare come è stato fatto in Inghilterra con il nuovo Stadio di Wembley, nell’omonimo sobborgo di Londra, l’impianto che sostituisce il vecchio Wembley Stadium, demolito nel 2003. La nuova struttura permette al pubblico di essere molto vicino al campo di gioco e di vedere garantito il proprio posto a sedere, inibendo in tal modo la cruenta bolgia che ogni domenica si riunisce nelle curve italiane”.
Durante l’incontro si sono succedute dichiarazione d’amore per il Napoli come quella di Maurizio De Giovanni che ha brevemente illustrato il suo racconto presente nell’antologia. Il suo ricordo si sposta nel lontano 1986, una domenica di novembre, nota anche come “la presa di Torino”. Il suo racconto si sofferma sulle belle immagini di una squadra forte che contava tra le sue fila nomi come quelli di Diego Maradona e Careca, autori di una rimonta eroica. “Il primo tempo era finito sullo 0 a 0. Appena rientrati in campo la Juventus segna l’1 a 0. a questo punto uno strano individuo con i capelli ricci e neri va a riprendere il pallone dalla rete del Napoli e lo riporta a centro campo. Prima di battere il calcio d’inizio prende tra le mani la testa di Salvatore Bagni e gli dice qualcosa che non sapremo mai.
Questo gesto segna l’inizio della rimonta del Napoli. Dopo l’1 a 1 il Napoli non si accontenta e sempre quello strano individuo va a riprendere il pallone, stavolta dalle rete bianconera e lo rimette al centro del campo. Il Napoli voleva espugnare lo Stadio Olimpico di Torino.” Il racconto, che tradisce un’emozione ancora non superata, illumina il suo viso prima di concentrarsi nuovamente e riprendere il filo del discorso “Ragazzi” dice rivolgendosi al giovane pubblico del liceo “esistono due categorie di tifosi quelli faccia al campo e quelli spalle al campo. Gli uni guardano la partita e si emozionano, gli altri cercano situazioni di confusione per generare panico e violenza. Di queste due categorie ne basterebbe una sola”, conclude lasciando una libera seppur facile interpretazione agli uditori.

Nelle foto, i ragazzi dell’Umberto e la copertina del libro

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