Ebs Print/ “L’isola deserta”: Modesto Campese alla ricerca di un luogo di salvezza (interiore)

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Viaggio verso una meta priva di qualsiasi segno di vita, dove il tempo muore dinnanzi a una realtà folle e ingannevole. Il pericolo primario è lo stesso protagonista, il quale, si ritroverà, per la sua sopravvivenza, “obbligato” ad affrontare creature strampalate che fluttuano nella sua coscienza. Una psicofiaba, “L’isola deserta” di Modesto Campese (EBS Print, pagine 52, euro 15,10) dove padre e figlia si cercheranno ignari di essere stati sempre vicini.
Paolo, alla soglia dei suoi cinquant’anni, ripensa alla sua vita, ritorna su rimpianti, sensi di colpa e progetti mai realizzati e rimugina sulle decisioni prese in passato che hanno compromesso il suo presente.
L’uomo ha una famiglia, un lavoro rispettabile e tanti affetti, ma è insopportabile, intollerante col prossimo e con sé stesso; detesta le persone che lo circondano e le loro debolezze fino a sentirsi soffocato da esse. Tenta fughe incomprensibili dove si pone delle domande spesso seguite da risposte ovvie ma fatali.
Ama la solitudine, cerca luoghi che non rivela a nessuno: parchi, spiagge, boschi, e in questi luoghi cerca il silenzio, si libera di ogni strumento di connessione col mondo, ma dopo pochi minuti tutto diventa assordante e inquietante. Paolo non riesce a capire perché la pace interiore che tanto ricerca lo logora fino a un masochismo osceno.
Arriva anche per lui il contagio di quel virus che sta preoccupando l’intero pianeta, ed è costretto a recludersi in casa senza poter raggiungere quei luoghi di salvezza; ma l’esigenza diviene vitale e con l’aiuto di sua figlia Sofia parte per un viaggio “introspettivo” verso un’isola che minaccia il suo ritorno.

L’AUTORE
Modesto Campese, classe 1973, di origini napoletane, ma vive a Bologna dove lavora come infermiere e vive con la compagna Daniela e la loro figlia Sofia.

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