Il nome “Volver” è gi  una dichiarazione d’intenti: vuol dire tornare e si fa tappa davvero volentieri in questo locale di via Bellini, in un angolo tranquillo del centro storico, servito da metropolitana e autobus vari. Gi , perch spesso gli avventori sono studenti fuori sede, che vengono qui per la variet  incredibile di giochi da tavola: non proprio il divertimento dannato innaffiato di alcol con il quale spesso si dipingono i ventenni di oggi.
Quest’isola dalle pareti tinte di rosso nasceva nel 2006 e dal marzo 2008 è gestito da Bruno Martone, ai giochi da tavola si sono aggiunti il tango, il cineforum, il teatro, i concerti e il risultato è una programmazione dinamica in un atmosfera semplice e accogliente: la folla del weekend ne è la prova lampante, la strategia di Martone, che di giorno fa il consulente aziendale, è stata vincente. Il posto piace, al suo interno lavorano dieci ragazzi che si alternano e il Volver è uno dei pochi casi di azienda e non associazione culturale, come si classificano molti locali in citt  per godere di varie agevolazioni.

Che tipo di politica hai adottato per far “risplendere” il Volver?
“Ho cercato di dare un messaggio chiaro all’esterno su cosa siamo e facciamo ma con continuit  rispetto alle scelte coraggiose che erano state fatte in passato: tutto ciò che offriamo è gratuito, dal gioco da tavolo alla serata di tango alla musica dal vivo al teatro, e per noi comportano comunque degli investimenti. Sarebbe stato più facile ospitare un concerto e far pagare il biglietto d’ingresso ma ci siamo voluti porre come spazio culturale aperto”.

Il Volver è anche la “casa” di molte associazioni cittadine…
“Tutti i gruppi che hanno un progetto trovano accoglienza qui. La domenica per esempio ospitiamo la serata di arcilesbica che poi il gioved torna qui per il cineforum, il rapporto con noi è nato dopo le aggressioni di Piazza Bellini, cercavano un posto per riunirsi con tranquillit  e l’hanno trovato”.

Come si articola la programmazione il resto della settimana?
“Tutte le sere dal marted alla domenica si possono fare giochi da tavolo, mercoled corso di tango e dalle 23 serata di tango, il gioved c’è la musica dal vivo: musica del mondo di qualsiasi provenienza, sud italia, balcani, irlanda e cos via, il venerd teatro. Nella direzione artistica mi aiutano Massimo Ferrante per la musica, Vincenzo Lettica e Tiziana Verdoscia per il teatro. Invitiamo o si propongono con demo dei gruppi e se il progetto ci convince li ingaggiamo”.

Che tipo di pubblico è, il pubblico del Volver?
“E’ straordinariamente vario, il filone dei giochi da tavolo funziona molto e interessa molto ai ventenni, tutto il resto, il tango e il teatro hanno target di et  più alti intorno ai quarant’anni. Il rapporto con il quartiere è ottimo, molti dei nostri clienti sono studenti fuori sede”.

Ci sono state occasioni di dialogo con le istituzioni?
“Tra le idee di questi giorni c’è quella di inserire il Volver all’interno del Teatro festival, magari nella sezione “fringe”. Sto anche provando ad avere un patrocinio puramente morale sulla programmazione che abbiamo da oggi fino a maggio”.

Qual è la chiave del successo del Volver?
“L’accoglienza, perch in un’attivit  che si basa sul contatto con il pubblico sono fondamentali le persone che ci lavorano. E poi forse anche la variet  dell’offerta, non comune a molti altri locali in citt “.

Tra i prossimi appuntamenti di marzo segnaliamo il 18 concerto di Andrea Cassese e il 25 concerto di Michele Contegno.

Volver Cafè è in Via Bellini 56
www.volvercafe.it

Nella foto (di Maria Volpe Prignano), l’esterno del Volver. Accanto, la scatola del gioco "Spenna il pollo"

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