Edizioni le assassine/ “Il procuratore muore” di Luisa Valenzuela: un giallo per chi ama il mistero e la cronaca politica

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Santiago Masachesi è un ex commissario costretto alla pensione anticipata. La sua vita è stata indirizzata dalla pressione paterna, e le sue decisioni lo hanno portato lontano dalla sua cara Teldi, amica appassionata di letture. Il loro ritrovato rapporto, sullo sfondo di una terza età, sarà lo scenario dove il presunto omicidio di un procuratore sarà svelato attraverso le loro riflessioni e indagini.
Saranno molte le tematiche affrontate dall’autrice: come l’infanzia del commissario, i suoi rapporti familiari, la passione per la scrittura, e molto altro. Tuttavia verso la fine il titolo del romanzo Il procuratore muore di Luisa Valenzuela sembra assumere maggiore importanza.
Il romanzo assume le sembianze di un vero e proprio giallo. I due protagonisti principali, in seguito ad una serie di elucubrazioni, risolvono un caso lasciato in sospeso per anni. Affrontano dettaglio dopo dettaglio ogni possibile soluzione, indagano le questioni sulla pistola a caricatore finto, l’eventuale fuga, il pianto finto o vero della madre disperata del presunto suicida.
La questione dei servizi segreti iraniani si fa sempre più forte, restituendo al lettore una serie di punti di domanda, capace di incutere dubbi e riflessioni sul caso. Il mistero della camera gialla, quindi, diviene il punto focale del romanzo risultando la tematica più importante dell’intero testo.
L’aspetto politico e poetico si mescolano insieme, restituendo al lettore il risultato perfetto di un poliziesco, dove l’indagine stessa diviene la parte più emozionante.
Lo stile è armonico con l’intero testo, ricco di metafore altamente letterarie, seppur rivestendo nuovi significati simbolici. Il testo parte quindi, da una struttura poliziesca ma si mescola con una letteratura sensazionale, riconoscendo valore a molti argomenti, come l’importanza di una terza età attiva, dove non è mai troppo tardi per niente, non è mai troppo tardi per riconciliare rapporti ormai perduti, e dove l’intelligenza algida mescolandosi con le emozioni più pure, danno il risultato ultimo di un romanzo perfetto.
Un giallo dedicato a chi ama il mistero, e per chi è appassionato di cronaca politica. Nel testo Luisa Valenzuela non citerà mai direttamente un fatto che però è di dominio pubblico in Argentina, ovvero il presunto suicidio di Alberto Nisman, famoso oppositore di Cristina Fernàndez de Kirchner, all’epoca presidente dell’Argentina, accusata di aver coperto il coinvolgimento dell’Iran nell’attentato devastante contro un ebraico a Buenos Aires nel 1994. Tuttavia, il testo, sembra in qualche maniera rifarsi a tale caso. 
Il romanzo di Valenzuela crea quindi una finzione nella finzione, con atmosfere che quasi toccano il mondo dei sogni, seppur toccando le fila decise di un realismo importante. (Miriana Kuntz)
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