MTS Edizioni/ Cecilia Pacileo: scrivere d’amore a 16 anni. Storie femminili oltre il muro dei pregiudizi

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“L’altra donna” è il secondo romanzo della scrittrice di soli sedici anni Cecilia Pacileo, già autrice dell’opera “Incontrami alla fine dell’arcobaleno” (MTS Edizioni, 2024) e della sceneggiatura per il cortometraggio “Non ho più niente da piangere”.
In questo nuovo libro racconta la storia di tre donne – l’italiana Rita, l’inglese Ava e la spagnola Meredith – i cui destini si stringeranno intorno allo stesso nucleo: il sentimento dell’amore. Ci troviamo a Londra, dove Meredith è giunta nel 1936, Ava nel 1957 e Rita nel 1972; ad accomunare le vicende delle tre protagoniste è il loro dover ricominciare da sole in un posto nuovo, dopo essere fuggite dal loro luogo d’origine per diverse ragioni: Meredith per scappare dalla guerra civile spagnola, Ava per mettere distanza da un brutto episodio della sua adolescenza e Rita per allontanarsi da un padre asfissiante e da un destino preconfezionato.
E c’è anche un altro elemento che le lega: tutte e tre sperimenteranno un amore totalizzante, che riempirà le loro vite di passione e tenerezza ma anche di tormenti e paure.
La prima storia a essere narrata è quella di Rita, che si trova in un bar quando vede entrare una creatura così affascinante da toglierle il respiro: «A un certo punto un filo di vento entrò nel bar, seguito da una scia di profumo delicato, eppure prepotente. Nel locale entrò una donna. La ragazza iniziò a scrutarla, ma ben presto si accorse di non starla semplicemente osservando, come era abituata a fare con chiunque. La sua bocca era semiaperta e i suoi occhi erano incollati sulla magra e alta figura che si muoveva con nonchalance. Aveva occhi profondi, per quanto gelidi e indecifrabili; i capelli corvini erano ben curati e un rossetto scuro metteva in risalto le labbra che facevano da cornice a un sorriso elegante e garbato».
Cecilia Pacileo descrive con grande attenzione il mondo interiore delle sue protagoniste, sconvolte improvvisamente da delle emozioni mai provate; narrando le loro intense esperienze amorose, l’autrice compie delle interessanti riflessioni sul sentimento dell’amore a trecentosessanta gradi, andando a scandagliare le sue diverse manifestazioni, i suoi limiti, e i tabù e le censure a cui le tre donne andranno incontro perché si permetteranno di amare senza pudori, abbattendo il muro dei pregiudizi.
“L’altra donna” colpisce profondamente il lettore soprattutto per il fatto che sia stato scritto da un’autrice così giovane, che però ha già capito molto dell’amore e non ha paura di raccontarlo senza filtri né ovvietà. (Fulvio Paretti)
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