La Valle del Tempo/ “Una, nessuna, duemilacinquecento Napoli”: la città infinita raccontata in un libro da Divenuto, Irace e Rovinello

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Un senzatetto sotto i portici del museo del tesoro di San Gennaro, in via Duomo, in pieno centro storico. Luce di sera in autunno inoltrato: l’immagine è di quelle ipnotiche, quasi magiche, pur nella drammaticità del paradosso, povertà (di un barbone) e ricchezza (rappresentata dai gioielli del patrono partenopeo).
Ce la offre Nando Calabrese, imprenditore napoletano e fotografo appassionato, sulla copertina del libro “Una, nessuna, duemilacinquecento Napoli” pubblicato da La valle del tempo.
Scritto a 6 mani, da Francesco Divenuto, Clorinda Irace e Mario Rovinello, il libro si inserisce nella linea editoriale del marchio che tra le sue collane, dà spazio a Napoli ma anche alle piazze italiane, ancorato all’identità del territorio.
E questo volume, agile per il numero di pagine (un po’ meno di 80), e per la scansione in brevi capitoli, accompagnato da altri suggestivi scatti di Calabrese, ci svela i mille volti di una città che ha appena celebrato i suoi duemilacinquecento anni, partendo dalla Sirena che le fu madre, Partenope.
Il compleanno, organizzato nell’arco di 365 giorni dal comitato Neapolis 2500, è sembrato a buona parte della cittadinanza molto dispersivo: l’anima della città si è sbriciolata in tante manifestazioni che però non hanno davvero mostrato la forza, la resistenza, l’unicità di una metropoli antica e contemporanea, configurata come patria a sé stante, nei suoi infiniti contrasti.
Questo libro, invece, pur non avendo la pretesa di sintetizzarli, regala spunti artistici, musicali, letterari, architettonici, sportivi a lettrici e lettori che possono custodirli nella loro libreria ma anche nel proprio cuore.
Tra i nomi citati di autori che ne hanno attraversato i segreti, le bellezze e le complessità, quelli del Grand Tour ( in cima, ci piace citare Johann Wolfgang von Goethe che fuggì in Italia per ritrovare sé stesso) ma anche scrittori e scrittrici più vicini/e a noi, come Ortese, Pomilio, La Capria. Chi legge potrà trovare tanti aneddoti e curiosità, connetterli e sceglierli tra i favoriti, secondo inclinazioni e tendenze personali.
Colpisce, tra i tanti aspetti considerati, quello della città che lenisce e guarisce non solo con le terme di Baia: nei quartieri spagnoli, per esempio, si assiste a un continuo pellegrinaggio al santuario di vico Tre Re a Toledo, dove c’è la sedia per la fertilità. Luogo di devozione per Santa Francesca delle sette piaghe di Gesù, propiziatrice di maternità.
Nel libro si riportano alcune testimonianze segnalate dal sito web della chiesa da donne che si sono sedute su quella sedia: nell’aprile 2025, Luisa ricorda che dopo un mese è rimasta incinta e che ogni mattina rivolge le sue preghiere alla santa, ringraziandola per averla aiutata a realizzare il suo sogno di mamma.
A Napoli, tutto può succedere: risorgere dalla polvere come la squadra, che dopo essere precipitata in serie C, ha riagganciato la vetta portando a casa altri due scudetti in tempi strettissimi (l’ultimo con Conte, dopo la stagione di Spalletti).
Le vie della rinascita sono infinite e passano anche per le canzoni che trasformano la lingua e la diffondono esattamente come la si pronuncia, seminando dubbi e catturando consensi. Napoli è città che accoglie differenze e si adegua. Abbracciando il mondo.
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