A cinque anni dalla scomparsa di Sol LeWitt, il lavoro dell’artista continua a vivere al museo Madre di Napoli (via Settembrini, 79). Per la riapertura dello spazio partenopeo, e in attesa del nuovo direttore, si è scelto di omaggiare l’artista statunitense, morto a 78 anni, con una mostra, curata da Adachiara Zevi, in collaborazione con il Centre Pompidou di Metz e la LeWitt Collection di Chester, in Connecticut. E’ il primo omaggio museale, in Europa, dalla morte dell’artista.
Protagonista del XX secolo, figlio di immigrati russi, Sol LeWitt è stato un grande esponente del concettualismo e minimalismo artistico. In Italia forte è il suo legame con Napoli, che comincia a frequentare nel 1975, con la mostra alla Modern Art Agency di Lucio Amelio. La moglie, Carol Androccio, è originaria di Praiano, in Costiera Amalfitana, e la sua casa natale ospita oggi esemplari straordinari di “wall drawings” (dipinti murali) e una scultura presente in mostra. Proprio a Napoli LeWitt ha lasciato innumerevoli tracce le sue opere sono nel museo di Capodimonte e nel museo Madre, nella stazione della metropolitana Materdei, alla Citt  della Scienza, alla Fondazione Morra Greco.
L’esposizione, titolata “Sol LeWitt. L’artista e i suoi artisti”, visitabile fino al primo aprile, racchiude 50 anni di attivit  suddivisa in tre sezioni. La prima sezione, inedita, è costituita da cinque “disegni murali” progettati dall’artista nel 2007 e mai eseguiti precedentemente. E ora realizzati appositamente per il Madre da assistenti dell’artista con l’ausilio di giovani artisti locali. Sono “Scribbles”, ossia scarabocchi, realizzati con matita nera, ricordano i lavori degli anni Settanta.
Le tonalit  chiaroscurali della matassa ingarbugliata d  effetti tridimensionali e illusioni ottiche. «I ragazzi dell’accademia di Belle Arti di Napoli racconta la curatrice Zevi insieme agli assistenti di LeWitt hanno vissuto qui un mese per realizzare gli “Scribbles”, è importante pensare che Egli continui a vivere anche dopo la morte attraverso l’opera dei suoi discepoli e che la sua opera continui a rinnovarsi e a vivere diversamente interpretata».
Le seconda sezione comprende 47 opere appartenenti a collezioni napoletane disegni, guaches e sculture che esprimono la produzione dal ’68 ai giorni nostri. La terza sezione, infine, frutto della collaborazione con il Centre ‐ Pompidou di Metz, espone 95 opere, una parte rilevante della collezione privata di LeWitt.
Accompagna la mostra il volume di Adachiara Zevi “L’Italia nei wall drawings di Sol LeWitt” (Electa). Il volume è il catalogo generale di tutti i wall drawings realizzati dall’artista in Italia dal 1969 fino a oggi, letti attraverso il filtro dell’influenza, riconosciuta dallo stesso LeWitt, dell’arte e degli artisti italiani sul suo lavoro. Il libro contiene anche l’intervista inedita rilasciata da LeWitt all’autrice nel 2006, la sua ultima intervista.

Orari di visita dal luned al sabato ore 10.30 19.30
domenica 10.30 23.00
Marted chiuso

Nelle foto, in alto la curatrice Zevi con Forte, presidente della Fondazione Donnaregina. In basso, opere in mostra

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