Al San Carlo sono in scena in questi giorni due storie apparentemente distanti e distinte, ma con in comune la potenza dell’amore, in tutte le sue infinite declinazioni “Goyescas” di Enrique Granados (1867 – 1916) su libretto di Fernando Periquet Zuaznabar, mai rappresentata prima d’ora al San Carlo, e “Suor Angelica” di Giacomo Puccini (1858 1924) su libretto di Giovacchino Forzano, assente dal Massimo napoletano dal 1999. I due atti unici, entrambi diretti da Donato Renzetti, con la regia di Andrea De Rosa, si avvalgono dei costumi di Alessandro Ciammarughi; Michela Lucenti firma le coreografie di “Goyescas” e i movimenti scenici di “Suor Angelica”, per i quali sono stati impegnati il corpo di ballo sancarliano e la compagnia del Balletto Civile; le luci, molto efficaci, sono firmate da Pasquale Mari.
Nell’opera del musicista spagnolo, il ruolo del titolo è ricoperto da una sensualissima Giuseppina Piunti, interprete convincente, passionale, perfettamente a suo agio nei panni della sanguigna Rosario; la cantante compare nuda sulla scena per una manciata di secondi, in un raffinatissimo omaggio all’arte di Goya, che non ha nulla di volgare o voyeristico. Fernando è interpretato da Andeka Gorrotxategui, che abbiamo gi  apprezzato di recente al San Carlo in “Carmen”, nel ruolo di Don Jos. Bravi Csar San Martin (Paquiro) e Giovanna Lanza nel ruolo di Pepa.
Il ruolo principale in “Suor Angelica” è affidato al celebre soprano uruguayano che inaugurer  la prossima stagione scaligera, Maria Jos Siri, nei panni della zia principessa c’è una bravissima Luciana D’Intino. Preziosi i cammei offerti dal coro di voci bianche del Teatro di San Carlo, diretto da Stefania Rinaldi.

Sebbene nel cast brillino delle stelle come Giuseppina Piunti, Maria Jos Siri e Luciana D’Intino, quello che colpisce, oltre all’accostamento delle due opere, di cui si è gi  detto, è la regia,
che sceglie come ambientazione dell’opera spagnola uno spazio con al centro un cratere, che diventa di volta in volta luogo d’incontro di amanti, ma anche teatro del duello finale; nell’opera tutta al femminile di Puccini, pezzo centrale del trittico “Il tabarro”, “Suor Angelica” e “Gianni Schicchi”, l’azione si svolge in una sorta di convento – manicomio Angelica vive con sofferenza la sua forzata scelta di vita monastica e l sconta il suo peccato.
La Siri sussurra, palpita, soffre con una presenza scenica da grande attrice nobile e privilegiata, dopo la tragica scoperta della morte del bambino, vive all’unisono con le consorelle deliranti la follia del dolore di madre, e quindi di donna, che il fato le ha negato. Ottima la direzione di Renzetti, ben calzanti gli interventi del coro del San Carlo diretto da Marco Faelli.
Nella rappresentazione domenicale, cui si riferiscono queste cronache, il pubblico non era foltissimo un vero peccato.

Le prossime rappresentazioni
Marted 31 maggio 2016, ore 20.00 (Turno M Opera)
Mercoled 1 giugno 2016, ore 18.00 (Turno B)
Marted 7 giugno 2016, ore 20.00 (Turno M Opera)
Mercoled 8 giugno 2016, ore 20.00 (Turno C / D)

Per saperne di più
www.etatrosancarlo.it

Nelle foto, due momenti del dittico

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