Qui sopra, La Pace. In alto, laltre opere di Canova nel salone La Meridiana
Qui sopra, la Pace. In alto, altre opere di Canova nel salone La Meridiana

Quattro settimane di programmazione e 80mila visitatori. Sono questi i numeri della la grande mostra-evento “Canova e l’Antico” al Museo Archeologico Nazionale di Napoli.
Da domani, giovedì 25 aprile, si aggiungerà ai capolavori già in esposizione  il marmo raffigurante la “Pace” (di quasi due metri d’altezza), in arrivo dal Museo Bogdan e Varvara Khanenko di Kiev, dopo aver percorso oltre 2700 chilometri: per darle un benvenuto simbolico,  a partire dalle 17.30, si potrà entrare gratuitamente.
L’opera è stata realizzata da Canova tra il 1811 e il 1815 e ha forte valore simbolico, che contiene i segni visibili delle complicate vicende politichedell’Europa di quegli anni. E’ la seconda volta – dopo l’esposizione su Canova tenutasi a Bassano del Grappa nel 2003 – che l’importante marmo esce dall’Ucraina: qui, la scultura era giunta dalla Russia solo nel 1953, ovvero nel primo anno in cui Chrušcëv, che aveva origini ucraine, fu primo segretario del Pcus.
Scultura straordinaria e misteriosa, la cui storia è rimasta ignota al pubblico fino al ritrovamento, avvenuto una quindicina d’anni fa, da parte di Irina Artemieva (Conservatrice dell’Arte veneta, Museo Statale Ermitage), di una lettera di Antonio Canova all’ambasciatore russo a Vienna, che fece da mediatore nella commissione: il carteggio era conservato nella Sezione Manoscritti della Biblioteca Nazionale di Russia a San Pietroburgo.
Ne è stata così ricostruita la genesi, a partire dalla committenza, legata al principe Nicolaj Rumianzev, figura cruciale nel panorama diplomatico europeo e nella storia russa di quegli anni, menzionato da Lev Tolstoj nelle pagine di “Guerra e Pace”.
Prima ambasciatore plenipotenziario presso la Dieta Imperiale a Vienna, poi ambasciatore a Parigi, allora ministro di Stato dell’Impero Russo, con la statua realizzata dal geniale artista veneto, voleva esaltare il ruolo chiave della propria famiglia nelle vicende diplomatiche nazionalo.
In quel periodo fervevano i preparativi della Campagna di Russia, scatenata da Napoleone nel 1812 e l’invasione da parte dell’armata napoleonica mise in dubbio l’ opportunità di realizzare un’opera commemorativa della pace, proprio nel momento in cui la frattura tra Francia e Russia appariva inevitabile.
Canova ci teneva in particolare e così si esprimeva nella lettera a  Quatremère de Quincy’11 febbraio 1812: La statua della Pace si farà: vengano la guerra; essa non potrà impedirla. Ma io temo bene  che alla pace generale non si farà statua per ora. Così si potesse farla, come io l’alzerei a mie spese!”.
Alla fine,  si fece e la scultura fu accolta nel 1816 a Pietroburgo da una folla in delirio e venne posta addirittura su un piano superiore ai marmi già di Joséphine de Beauharnais, trasferiti all’Ermitage dallo zar Alessandro I (Le tre Grazie, Amore e Psiche Stanti e la Danzatrice con le mani fianchi – anch’essi ora in mostra a Napoli). Un forte messaggio di pace.

 

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