Rinascita, possibilità, assenza, empatia, identità, sospeso, trespassing. Ogni vocabolo è unito a un volto di chi lo ha offerto. L’operazione artistica di Luigi Auriemma si dilata nello spazio virtuale della sua pagina facebook,  partendo dall’invito che lui stesso lancia, racchiuso in una frase: Donami una parola.
La citazione respira nello spazio grazie ad altre tre lingue: inglese (Give me a word), francese (Donne moi un mot), tedesco (Gib mir ein Wort). Rito di una comunità virtuale in cui le particelle linguistiche si armonizzano, creando una installazione senza fine. Anelli di una catena linguistica che rappresenta infinita possibilità di un discorso da prospettive diverse.
 Fondatore e coordinatore della rivista d’arte Leonarda, classe 1961, Auriemma prosegue la sua ricerca nei segni, caricandoli di significati attraverso le immagini di chi li offre.


Spiega l’autore: «Un gesto che contribuisce a tessere i fili della relazione a distanza e a preservare la possibilità di comunicare e di creare uno spazio simbolico-relazionale. Uno spazio che segna anche il perimetro dell’opera d’arte. Una parola incarnata che sa farsi verbo e cintura di trasmissione di idee ed emozioni».
Una giornalista, un’artista, un poeta: la sollecitazione si moltiplica, le risposte anche e lo scambio di pensiero offre all’autore la possibilità di dare forma all’opera senza ingabbiarla, mostrando il flusso di opinioni differenti. Un pezzetto alla volta, la scultura sociale cresce dando vita a flussi di energie. Icone della comunicazione. E del tempo condiviso.
Nella foto in alto, la parola donata da Anna Pozzuoli

 

 

 

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