Tacere significa cancellare. Usare la parola può aiutare, invece, a vivere e a far emergere la verità. Non c’è nulla di più scandaloso di una realtà parziale: omettere vuol dire spingere nel buio esistenze solo perché ritenute irrilevanti. O, addirittura, scomode, stonate, ingombranti. Dare voce a chi non ce l’ha diventa una missione impossibile, comunque difficile.
Il 29 settembre del 2008, dopo aver navigato a lungo nella carta stampata, chi scrive ha deciso di compiere un tuffo ardito nel web per dare spazio a una città discriminata dai luoghi comuni che ne fanno emergere solo l’anima oscura e ne rimuovono tenacia, valore, capacità di progettazione.
Ne ha rispolverato la parte più leggendaria, facendo riaffiorare la millenaria Sirena Partenope e assegnandole (nel logo che ha scelto per il progetto editoriale) il ruolo di protagonista. Così è nato ilmondodisuk che offre un palcoscenico al talento partenopeo e alle iniziative coraggiose, spesso ignorate dal panorama della comunicazione nazionale ma anche locale.
Portale (testata giornalistica), e-magazine e libri: tre veicoli per diffondere la memoria offuscata dal tempo e dalla storia; per offrire visibilità alle minoranze; per far conoscere il lavoro di chi lotta contro abusi e violenza.
Non a caso, uno degli ultimi numeri della rivista online è stato dedicato alla cooperativa sociale Dedalus, nata, oltre 40 anni fa, dalla ricerca di studiose/i ispirate/i dalla volontà di conoscere il tessuto del territorio e di mettere a fuoco, in particolare, la vita dei migranti. Contrastando, soprattutto, la tratta di esseri umani.
Una officina napoletana di idee e azione dove cultura, innovazione, gestione di servizi, arte, creatività s’intrecciano a Porta Capuana, un angolo urbano da rigenerare attraverso incontri, creatività e relazioni che costruiscono ponti tra chi viene da lontano e chi qui è nato.
Dedalus, per colmare, un vuoto lasciato dalla letteratura ma anche dall’informazione locale e italiana (cartacea e digitale), ha realizzato un’indagine dal titolo “Storie” che fa emergere l’orrore dei matrimoni combinati, forzati, precoci: uno strumento per osservare, riconoscere ed evitare abusi sui minori stranieri.
Tra le vicende raccontate, quella di Salila, una sedicenne di origine pakistana, perfettamente integrata nel ritmo napoletano, ama la scuola e frequenta il centro interculturale della Dedalus, Officine Gomitoli, dove si organizzano laboratori artistici e culturali per coinvolgere ragazze e ragazzi di differenti nazionalità.
Salila, innamorata di un suo connazionale, contro i programmi dei genitori che l’hanno già destinata in sposa a un altro, chiede aiuto a un’insegnante e riesce a essere messa in sicurezza in una comunità per minori.
Alla fine, però, un giudice stabilisce che rientri in famiglia e, grazie a una telefonata della stessa ragazza a una professoressa, si viene a sapere che è bloccata in Pakistan. Poi, di lei si perdono le tracce.
Storie inquietanti che alzano il velo su un mondo sommerso: a ilmondodisuk chi lavora per Dedalus ha raccontato come ogni giorno sia al fianco di chi lotta per riappropriarsi di speranze e sogni. Scavalcando il muro innalzato da ignoranza e indifferenza che seminano disuguaglianze.
Le stesse che hanno contraddistinto nei secoli anche la società occidentale, incline a deridere, ostacolare, eliminare i sogni delle donne. A loro, a quelle che hanno infranto le regole e che hanno deciso di camminare indomite, inseguendo istinto e desideri, è riservata la rubrica #ledisobbedienti ideata, su ilmondodisuk, da Francesca Vitelli (presidente di Enterprisingirls, network che mette insieme imprenditrici, libere professioniste e esponenti del terzo settore).
Tra le disobbedienti, Maria Montessori, la donna che insegnava la libertà, a scuola e nella vita. Hannah Arendt, pensatrice e poeta che non si lasciò sconfiggere dalla paura.  Olympe de Gouges, drammaturga e scrittrice finita sulla ghigliottina per le sue idee, all’epoca del terrore in Francia.
E ancora, Madame Vitti, all’anagrafe Maria Caira: la ragazza della Ciociaria che fondò a Parigi un’Accademia per pittrici. Pauline Mary Tarn, la “Saffo della Bella Époque”, donna tormentata dal mal di vivere che porrà fine ai suoi giorni poco più che trentenne, agli inizi del Novecento. Anna Politkovskaja, la giornalista russa che venne ritrovata morta nell’ascensore del suo palazzo a Mosca il 7 ottobre 2006: aveva raccontato la mostruosità della guerra cecena ed era stata aspra accusatrice del governo Putin.
Un mosaico di ritratti che trae spunto da libri pubblicati da case editrici importanti, ma anche con marchi editoriali indipendenti, da Nord a Sud. Biografie, romanzi e saggi che tracciano la lunga scia della ribellione femminile al potere patriarcale, alle bugie, alla prepotenza.
Ilmondodisuk ha sempre rivolto lo sguardo alle persone fragili, denunciando come siano calpestati i loro diritti, anche attraverso le sue pubblicazioni. Ne è un esempio il volume Macedonia e Valentina. ‘O curaggio d’ ‘e femmene dello scrittore e autore teatrale Pasquale Ferro, tratto da una storia vera.
Protagoniste del racconto, che è diventato spettacolo teatrale diretto da Vincenzo Borrelli, sono Macedonia, giovane donna finita dietro le sbarre per essersi scagliata contro il suo carnefice e la suora infermiera Valentina, combattenti in nome dell’Amore.
Le due figure si scontreranno con una società bigotta, classista, benpensante. Il testo, che ha ricevuto il Premio Nuove Lettere, è stato tradotto in russo ed è approdato nello stand italiano alla BookExpo di Chicago dove ha catturato l’attenzione di un pubblico eterogeneo per le tematiche forti e attuali che propone. Una tappa internazionale di rilievo per ilmondodisuk nella lunga marcia che dura da 15 anni. E che non è finita.
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