Da Capodimonte a Emergency. Le arance e i mandarini del Giardino Torre nel Museo e Real Bosco saranno donate per il progetto “Nessuno escluso” a sostegno delle famiglie napoletane in difficoltà attivato dal Comune di Napoli. Il progetto è in corso anche nelle città di Milano, Roma, Piacenza e Catanzaro.
Finiranno sulle tavole dei nuclei familiari disagiati e di quelle persone che più hanno pagato e stanno pagando le conseguenze economiche della pandemia da Covid.
Il frutteto reale è uno scrigno di biodiversità che verrà riaperto al pubblico in estate. I volontari di Emergency insieme agli operai della ditta Euphorbia che si occupa della cura del verde nel Real Bosco hanno raccolto gli agrumi destinati all’iniziativa che coinvolge oltre duemila persone nei quartieri di Ponticelli (in cui è presente anche l’ambulatorio di Emergency), Miano, Pianura, Soccavo e Montesanto con 600 pacchi alimentari a settimana e un
pacco al mese di prodotti per l’igiene personale e della casa.
Spiega il direttore del museo Sylvain Bellenger «La pandemia ha messo in ginocchio molte famiglie e ci è sembrato doveroso contribuire donando le arance e i mandarini biologici del nostro Giardino Torre. Un’istituzione culturale ha il dovere di stare accanto alla sua comunità non solo in tempi di sviluppo economico e culturale, ma soprattutto in momenti di crisi come questo».
Il Giardino Torre, posto al margine nord orientale del Bosco, è composto da numerosi alberi da frutto – circa 600 piante – come lo era nel Settecento quando era noto con il nome di “Giardino di Biancour” dalla provenienza e dal cognome della famiglia di giardinieri che lo ebbero in cura per la
produzione di frutta, anche esotica: ananas, ma anche ribes e lamponi.
Era il giardino delle delizie della famiglia reale, inoltre vi si coltivavano anche molte varietà di fiori e vi era annesso il vivaio al servizio del Bosco. Ancora oggi sono presenti numerosi varietà di camelie.
A distanza di oltre 200 anni, i mandarini e le arance continuano a
crescere nel Giardino Torre all’interno del bosco di Capodimonte, in compagnia di altri frutti e varietà botaniche.
La sua gestione e valorizzazione è affidata a un gruppo d’impresa “Delizie Reali scarl” per farne un piccolo agro-ecosistema urbano produttivo, didattico, ricreativo e enogastronomico, luogo di produzione e conservazione di antiche cultivar e centro di promozione
della biodiversità
Qui è presente anche l’antico forno del “Casamento Torre” dove, come narra Salvatore di Giacomo in Luci ed ombre napoletane (1889) fu cotta la pizza con pomodoro e mozzarella che in onore della regina Margherita di Savoia prese il nome di ‘pizza margherita’.

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