Festival Spinacorona/ Meraviglie di Schubert al Real museo federiciano di mineralogia con il Kyiv piano duo. Ma il concerto si smarrisce fra 30 sedie in meno: pubblico di ultrasessantenni (non raccomandati) in piedi, con grandi difficoltà

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L’Italia è il paese delle scorciatoie. Siccome tutto funziona male, anche quello che potrebbe diventare un’eccezione deve essere appiattito sulle regole della raccomandazione. E in questa nota cerchiamo di spiegare, infatti, la sensazione di amarezza che ha inondato il pubblico (almeno quella parte non coinvolta nel meccanismo del privilegio) che ha assistito al concerto di sabato scorso, al Real museo di mineralogia (dell’Università Federico II, foto), inserito nella rassegna “Spinacorona, passeggiate musicali napoletane”, ideata e artisticamente diretta dal pianista Michele Campanella.



Al centro del pomeriggio dedicato a Schubert, la brillante esecuzione del Kyiv piano duo (ucraino) formato da Oleksandra Zaiteva e Dmytro Tavanets.
Questa grande festa della musica, giunta, ormai, alla sua nona edizione, è un appuntamento molto atteso dalla cittadinanza, non solo per i capolavori che propone ma anche per la possibilità di scoprire luoghi meravigliosi, spesso inaccessibili. Un bel festival che tra l’altro libera chi vuole andarci dalla preoccupazione di prenotarsi. Unico consiglio, presentarsi mezz’ora prima del concerto.
E sabato così è andata. All’ingresso di via Mezzocannone 8, prima delle 17,30, una folla assiepata attende che si apra il portone: età media molto elevata, qualche giovane, ma soprattutto persone che non hanno una “fantastica” capacità motoria. Quando scatta l’ora x decisa dallo staff, il robusto gruppo entra ma davanti all’ingresso del museo, dopo un labirintico giro di scale, una signora dell’organizzazione avverte: «Le sedie a disposizione sono finite, chi vuole entrare può farlo, ma resterà in piedi. Lo dico prima che qualcuno si possa lamentare…».
C’è chi accusa il colpo, lo ha fatto pesare e rimbalzare perché non in grado, per motivi di salute, di restare senza posto a sedere per circa un’ora. Alle proteste, lo staff miracolosamente tira fuori non si sa da dove qualche sedia in più per “i casi più disperati”, ma il resto deve arrangiarsi.
Una ragazza, però, sottolinea a un pugno di “arrabbiate/i”: «Sono arrivata per prima e già ho visto un gruppo di sedie occupate. Forse c’era qualche altro ingresso».
Un signore dello staff nega che ci siano altri accessi, ma dietro il pianoforte installato per l’incontro musicale, c’è il museo di zoologia e probabilmente qualcuno si è infiltrato da lì: questo è il sospetto del pubblico discriminato.
Intanto, c’è chi aggiunge un nuovo dettaglio: anche al concerto del giorno prima, con Michele Campanella e Monica Leone (omaggio a Mozart), nella basilica di Santa Maria degli Angeli, si verificata una piccola “anomalia”. Quando chi era in attesa da molto si è accomodato in chiesa ha trovato le prime file occupate da misteriosi fogli bianchi come “insolita prenotazione” delle postazioni migliori e si è dovuto accontentare dei posti “in retrovia”.
Dunque, la cultura a Napoli mostra di stare molto bene in salute perché la gente affolla i luoghi della creatività ma l’organizzazione zoppica sempre. Di chi è la responsabilità? Precisiamo che la rassegna è promossa e finanziata dal Comune di Napoli nell’ambito del progetto Napoli Città della Musica e che la produzione è di Arteteca. Qualcosa si è inceppato: consigliamo, per il prossimo anno, di correggere questi piccoli frequenti “cedimenti umani”. Che rischiano, però, di far impallidire la bellezza della musica.

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