“Voir l’Italie et mourir”, vedere l’Italia e poi morire, seguirne il racconto per immagini che non hanno mai smesso di immortalarne gli scorci più belli ma anche i personaggi e le persone, il popolo.
E’ la fotografia delle origini, i dagherrotipi del “bel paese”, in mostra fino al 19 luglio al parigino Museo d’Orsay, un percorso tra gli scenari romantici del diciannovesimo secolo, quando i borghesi ambivano a calcare le orme degli aristocratici che nei secoli precedenti avevano vissuto il Grand Tour come esperienza iniziatica e totalizzante.
E se la pittura aveva restituito un’immagine estremamente suggestiva dell’Italia, l’invenzione della fotografia nel 1839 non è da meno. Il paese resta modello di sensibilit  estetica e molti francesi e inglesi partono alla scoperta della penisola armati degli allora ingombranti apparecchi fotografici.
Si scatta soprattutto a Roma ma non solo, le scoperte archeologiche di Ercolano e Pompei sono un fortissimo richiamo. Tra i più assidui c’è il tedesco Giorgio Sommer che dal 1860 segue Giuseppe Fiorelli, responsabile degli scavi, e sar  lui a immortalare il 26 aprile 1872 l’eruzione del Vesuvio, scattando una foto ogni trenta minuti.
Scene dalla poeticit  intensa, testimonianze storiche e allo stesso tempo intuizioni artistiche. Sono lontani i tempi del digitale, l’inquadratura è tutto cos come l’attimo, la luce giusta.

“Un paradiso popolato da diavoli e madonne” è l’Italia nelle parole di Maximilien Misson, non solo paesaggi e rovine dunque ma anche vita, la vita del popolo che scorre lungo le strade.
Le scene sono ricostruite nei sempre più diffusi studi per artisti, tra i soggetti preferiti ci sono contadini, musicanti, lazzari napoletani. E’ lo stesso Sommer che nel1870 immortala a Napoli i “Mangiatori di maccheroni”, un gruppo familiare, in una posa che ricorda la scena degli spaghetti di “Miseria e nobilt “.

I primi del 900 segnano lo sviluppo della fotografia artistica le nuove tecnologie sono poste al servizio della creativit , si diffonde il nudo e i paesaggi italiani sono cornice privilegiata. E’ il pittorialismo la pellicola ambisce ad avere pari dignit  della pittura.
Le sezioni della mostra sono otto, suddivise in un excursus cronologico. E l’Italia è protagonista nello stesso museo anche nelle due mostre “Modelle italiane. Hbert e i contadini laziali” e “L’Italia degli architetti. Dal rilievo all’invenzione” entrambe aperte fino al 19 luglio.
Nonostante tutto, il nostro paese ammalia più che mai, è del resto dell’italiana Gae Aulenti, anche il progetto dell’edificio che ospita il museo d’Orsay. Ecco perchè, Marie Sorel, dalle pagine del sito Altritaliani.net commenta “Vedere l’Italia e poi vivere, vivere ancora per ritornarci”.

Voir l’Italie et mourir
Fino al 19 luglio, Museo d’Orsay, Parigi
Per saperne di più vi consigliamo l’articolo di Marie Sorel su www.altritaliani.net e naturalmente il sito del museo www.musee-orsay.fr

Nell’immagine in alto “Mangiatori di maccheroni” di Giorgio Sommer, dello stesso autore in basso “L’eruzione del Vesuvio”

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