“La vita va vissuta e invece io la penso” Brunori Sas

Torna a Napoli Liam Gillick (Aylesbury, UK, 1964) un artista poliedrico che fa del movimento, del flusso di energia e del desiderio di un equilibro continuo e introvabile la sua ricerca artistica.
Un artista dalla mille sfaccettature che si muove tra la musica, l’installazione , la scrittura e il video, l’animazione digitale e il minimalismo più estremo. Una continua relazione tra produzione pratica, teorica e critica sempre in bilico e in costante movimento.
Come se Gillick fosse uno scienziato attento a misurare l’entropia dell’universo, a capirne il disordine e trovarne una chiave di lettura sempre nuova e diversa. Che di questa forza, di questo disordine che rappresenta la vera espressione della vita intesa come cambiamento e trasformazione ne facciamo parte tutti, l’artista in prima persona e noi che assistiamo alle sue mostre in tutto il mondo e che guardiamo i suoi film.
E proprio a noi Gillick sembra rivolgerci in questa sua nuova personale napoletana, perché poi l’entropia come concetto può essere applicata ai più svariati campi dello scibile umano, dalle scienze sociali, all’economia e alla teoria delle informazioni. 
Da Artiaco sembra andare in scena la rappresentazione di un momento, tutto ci riconduce a un attimo, quell’attimo come di epifania quando siamo pronti a svegliarci ma stiamo ancora dormendo, quando ci stiamo addormentando ma siamo ancora ancora svegli.  


Muovendosi tra elementi architettonici e industriali e figure estrapolate dal mondo della grafica e del design, dalla cultura pop ancora una volta Gillick ci porta su una fune in equilibrio, siamo una goccia d’inchiostro in un bicchiere d’acqua quando l’inchiostro è ancora visibile e sembra poter restare tale e nello stesso siamo quell’acqua che non è più soltanto acqua e sta diventando altro da lei a contatto con l’inchiostro, è quel momento là che va ancora una volta in scena,  quell’attimo dove tutto è ancora e il suo contrario, dove abbiamo ancora l’illusione di poter tornare indietro ma indietro non si torna e i desideri passati dovrebbe rimanere tali e il confronto accantonato e il trascorrere delle situazioni e il loro inevitabilele cambiamento accettato, “Confrontation with past desires should be accepted”.
Come ci ricorda l’artista con una delle sue tre opere testuali circolari, dove delle frasi si ripetono a formare un cerchio perfetto, che la perfezione è proprio nel movimento. Frasi che richiamano sempre il concetto di entropia.
“There should be no equilibrium” perché l’equilibrio è morte e non dovremmo mai trovarci in una situazione di equilibro, infatti quando l’intero universo si troverà in condizioni di temperatura uniforme ci sarà la cosiddetta morte termica dell’universo. E Gillick sembra saperlo molto bene.
Ci ricorda che siamo energia potenziale in divenire, energia cinetica che sta diventando. Siamo mezzi dormienti e mezzi svegli in cerca di quell’attimo. Half awake and half asleep e come dentro Matrix ci muoviamo nella splendide sale della galleria di Artiaco a Napoli.
In cerca dell’ispirazione, dell’illuminazione che ci permetta di capire finalmente, in un contrasto continuo tra la realtà che ci circonda e che sempre entra in maniera prepotente dai balconi delle sale a dialogare con le opere, una città che mostra sempre il suo fascino e la sua presenza, quasi a imporsi attraverso i suoi colori e a volerci ricordare la sua storia millenaria  e le opere dell’artista che richiamano le geometrie, le linee rette, le equazioni matematiche, schemi e segni grafici che provano a dar forma alla lingua parlata, sagome di tubi e sbarre colorate, scatolette come progetti di architettura
 Un disordine, un contrasto continuo tra la vita reale e la vita pensata che crea quel movimento che tanto sembra piacere all’artista. Movimento che ci porta all’ultima stanza della mostra, dove ci aspetta un’opera che come un barlume di speranza ci porta per un attimo lontano dal quel sogno che stiamo vivendo, da quella vita che stiamo sognando e ci spiazza, ci disorienta perché per un attimo solo, per un momento soltanto siamo finalmente svegli, consci, consapevoli. In equilibro, come di morte statica che sa di epifania e rinascita.


 È una rivelazione, una presa di posizione, una scoperta che molte persone cercano per esistenze intere senza mai trovarla e che l’arte certe volte riesce darci. Come un’apparizione, come un unicorno, un cavallo, una capra, un leone, tutti insieme in un’unica figura della mitologia medievale che ci passa davanti all’improvviso, ma dura solo un attimo. Tutto torna in movimento, tutto torna vita e il suo contrario, in bilico. Sempre.
©Riproduzione riservata

Gli scatti in pagina alla galleria Artiaco sono di Antonio Conte


LA MOSTRA
Liam Gillick
It should feel like unicorns are about to appear a.k.a Half awake half asleep
fino al 24 ottobre 2020
Galleria Alfonso Artiaco

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