Nicola Pagliara, architetto docente maestro, espone 140 scatti A margine del Grand Tour alla Galleria Lia Rumma di Napoli. Sono immagini di viaggi per conoscere, studiare, ammirare le opere di Maestri dell’architettura che hanno fatto storia ed evoluto lo stile di vita dell’uomo. «Rimbalzavo fra le diverse tendenze e lentamente riuscii a formarmi qualche certezza allontanando molti pregiudizi».
Nicola nasce a Roma, vive la sua adolescenza a Trieste, poi si trasferisce nel 1947 a Napoli dove a 27 anni, nel 1960, è assistente di Disegno dal vero con il prof Aprile alla facoltà di Architettura in palazzo Gravina alla via Monteoliveto. Manifesta come guardare un manufatto architettonico. Va visto in ogni suo particolare. Nell’obelisco in piazza del Gesù è importante anche il cavo elettrico che si cela sull’inferriata: esso permette di osservarlo di notte.
Alla vecchia stazione della Cumana di Montesanto il cambio: oggetto che offre sicurezza e permette di spostare il convoglio da un binario all’altro. Nella maestosa architettura dell’Italsider, faceva risaltare una gru, un ponte, un camino, un carello o altro. Nelle foto in mostra si nota in primo piano il turista che osserva, sosta, fotografa, cammina. L’oggetto architettonico va vissuto perché esso permette di vivere in modo molto più umano.
L’abitazione è una grande conquista dell’uomo. Pone una netta separazione dal vivere di ogni altro essere, offre sicurezza, permette di socializzare, lavorare, studiare, ospitare, fare arte.

Qui sopra, Pagliara fotografato da Rino Giardiello. In alto, uno scatto dell'architetto a Vienna. dal titolo "Il bacio"
Qui sopra, Pagliara fotografato da Rino Giardiello. In alto, uno scatto dell’architetto a Vienna dal titolo “Il bacio”

«Scattavo una immagine nella quale l’Architettura era l’uomo con le sue debolezze. Fra tante immagini ne ho selezionato un centinaio, scattare in quei luoghi nei quali una volta tanto il soggetto, il monumento appariva sullo sfondo, lasciando il posto ad una quotidianità che poco aveva a che fare con l’Architettura».
Nell’insegnare progettazione Nicola parlava di arte, design, poesia, musica, teatro, pubblicità. In casa, in strada, in piazza, in ogni luogo edificato si vive a contatto con altre forme d’arte. L’uomo comunica anche con la sua creatività che non ha bisogno di interprete o di vocabolario.
Architettura, danza, musica, mimo, sono veri linguaggi universali. «A margine del Grand Tour si configura come un viaggio nella memoria nel corso di cinquant’anni, inseguendo la storia dell’Architettura da presentare agli studenti come materiale di prima mano».
La mostra è ancora una sua lezione. Un suo prezioso regalo. Ad ascoltarlo nell’ampia sala della Galleria molti suoi studenti divenuti docenti ed ora vecchi. Nicola ha fatto sempre lezione proiettando immagini su cui parlava a lungo senza annoiare.
«La fotografia era sempre stata la mia passione, manovrando prima una minuscola Comet, poi vecchia macchina a soffietto, una Voigtlander che avevo recuperato fra gli arnesi dimenticati da mio padre in un armadio». Pagliara è stato Maestro per molti insegnando come essere uomo e architetto. Per alcuni è stato ed è ancora  docente e amico affettuoso. «Questa raccolta si riferisce a quei momenti più umani che oggi a distanza di anni, per me hanno acquistato un grande valore».

Orari galleria: martedì/sabato 11-13,30; 14,30- 19,00

Lia Rumma via Vannella Gaetani 12 – Napoli
tel.081.19812354

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