Eroi allomatici.  Li propone in un’esposizione allestita fino al 15 febbraio 2020 Elena von Hessen  alla galleria Prac Piero Renna Arte Contemporanea di Napoli in via Nuova Pizzofalcone,2.
Per l’artista tedesca è la prima mostra partenopea. Elena von Hessen nasce e cresce nella Germania del Nord, vicino a Kiel, studia e si forma tra Berlino e Londra e, prima di dedicarsi all’attività artistica, lavora come illustratrice e designer.

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Qui sopra, Elena von Hessen. In alto, un suoi lavoro in mostra

Attualmente vive e lavora a Milano e a Capri. È da sempre affascinata dai racconti illustrati tedeschi, da cui trae ispirazione per sua produzione artistica che realizza con materiali e tecniche differenti, muovendosi ancora tra l’arte, il design e l’illustrazione, combinando concettualizzazione e capacità espressive. Ha esposto le sue opere in numerose mostre, sia personali che collettive, presso Gallerie ed Istituzioni italiane ed europee. Ora racconta, negli spazi della galleria Prac la sua visione della natura e della vita.
«Raccolta da passeggiate, disegni, fotografie – dice Elena von Hessen – quando siamo immersi nella natura, la nostra percezione è influenzata dalla luce e dai colori. Non vaghiamo soltanto con il corpo, istintivamente osserviamo ciò che ci circonda. La nostra immaginazione ci spinge a guardare e addentrarci nella natura. È questa per me una regola antica e così riesco a raccontare molte cose. Il tronco dell’albero è particolarmente forte, simbolicamente è quello che è più vicino a noi. Può essere percepito come un corpo, idealmente include vita e protezione».
Eroi allomatici, attraverso l’esposizione di cinque opere ad acquarello di grandi dimensioni ed altre più piccole, accompagna il visitatore in un viaggio, un percorso che parte dall’osservazione, dall’esplorazione visiva della natura rappresentata in mostra, e conduce, infine, ad una vera e propria operazione di introspezione.
Nelle opere, costruite con colori dai toni puri e brillanti, il verde degli alberi e della vegetazione dei boschi, nelle sue numerose sfumature e tonalità, si mescola a tracce di rosso e giallo, così l’artista costruisce i suoi paesaggi all’interno del suo studio e ha come punto di partenza i suoi ricordi, rivissuti attraverso la memoria, le immagini, le fotografie. Con il colore, poi, che non sceglie solo per fini decorativi, costruisce le immagini, dando corpo ai soggetti che rappresenta.
Fabio Carnaghi, nel suo saggio Cartografia mnemonica, racconta: «Un aspetto fondamentale di questa recente ricerca di Elena von Hessen riguarda la dimensione antropomorfa del tronco che appare in anatomie sagomate sulla figura umana. Secondo un’accezione quasi animistica, il tronco d’albero crea una relazione con l’umano in un rapporto allomatico, citando consapevolmente Hugo von Hofmannsthal. Questa alchimia sembra determinare un profondo rapporto di scambio, di mimetizzazione reciproca, di identificazione».
Sin dal titolo della mostra è  chiaro il riferimento al poeta, scrittore e drammaturgo viennese Hofmannsthal che utilizzando il termine allomatico intendeva indicare la reciproca modificazione vissuta da due personalità nell’esatto momento in cui interagiscono e entrano in relazione, l’alchimia generata da un incontro.
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