L’attivit  creativa di Antonio Giannino si articola lungo un arco di tempo abbastanza esteso, che sfiora ormai la soglia dei cinquant’anni: un percorso lungo durante il quale l’artista ha messo per cos dire in campo le sue peculiarit  attraverso un ventaglio di esperienze assai vasto che comprende pittura, scultura, grafica, ma anche esplorazioni critiche e didattiche; e poi una variet  di stimoli e sensazioni:l’arte sacra ma anche profana, lo stimolo della fede e il richiamo della laicit , in un coacervo di sensazioni e suggestioni che anche per chi guarda o ammira rappresentano una sfida intrigante o meglio l’invito ad addentrarsi in un osservatorio ricco di fascino e di sorprese. Alla fine anche il viaggio nella bottega dell’artista presenta perciò perfino dei rischi nel senso che la stessa molteplicit  delle esperienze può risultare in qualche modo fuorviante poich non immediatamente riconoscibile in una data classificazione.

Tentare un bilancio, sia pure provvisorio ma comunque significativo di un cos ampio e fecondo itinerario, può essere ingannevole se fatto unicamente con le armi “esterne” della critica che valuta e giudica “a cose fatte”, per cui può essere maggiormente redditizia una lettura dell’attivit  di Giannino percorrendola da didentro, vale a dire seguendo passo passo quello che nel corso del tempo l’artista ha prodotto, facendo tuttavia tesoro di tutto ciò che egli stesso per cos dire ha predisposto per meglio intendere il senso e il valore del suo impegno.

Questo metodo di lavoro testimonia di una incessante applicazione artistica ma soprattutto ci offre la possibilit  di valutare e comprendere “dalla parte di chi opera” quali sono le sensazioni, gli stati d’animo, le problematiche, le soddisfazioni e le ansie che presiedono alla nascita di un prodotto dell’ingegno artistico. Abbiamo perciò diviso questa avventura in vari capitoli che sono poi altrettante tappe di un itinerario che ci permette di analizzare e comprendere meglio l’intero meccanismo di un lungo spartito.

1.Gli esordi,le prime esposizioni

L’avventura artistica di Antonio Giannino ha come si è detto origini lontane, in qualche modo remote, tuttavia il suo excursus presenta una linearit  attendibile e conseguente che ci permette di entrare nel suo “studio” in maniera significativa sin dagli inizi. E questo anche perchè l’artista ragiona intorno alle proprie esperienze, diventa per cos dire il primo critico di se stesso, intende capire il senso e la misura del proprio lavoro. Accade ad esempio che in occasione della mostra organizzata alla piscina coperta al parco Garzilli all’Arenella, Giannino documenti il suo stesso lavoro allorch scrive dell’esigenza di un “ritorno alla dimensione umana” e più dettagliatamente precisa:

” L’opera che l’uomo consolida non è altro che la testimonianza della sua presenza nel tempo. Girarsi intorno, guardare, scrutare, osservare l’opera realizzata dall’uomo che in apparenza può sembrare materia inerme senza vita: invece….parla, dipende solo da noi. Basterebbe solo aprirsi alla propria sensibilit  e cercare di cogliere il significato più profondo. Basterebbe tentare di mettersi, con la propria immaginazione, la propria fantasia in comunicazione con le opere e ricreare nella mente quello che tali forme suggeriscono. Osservare le opere e cercare di confrontarsi con esse a livello puramente fisico, gi  potrebbe essere un ricevere dei risultati visivi atti a testimoniare l’opera di un artista che agisce con una materia dura e concepirne quindi tutto lo sforzo fisico impiegato. Le comunicazioni che apparentemente sembrano non esistere bisogna rilevarle, cercarle, ritrovarle giacch fanno parte dell’intimo di ciascuno ed ognuno potr  cogliere in se stesso il significato. A volte può verificarsi che la sostanza tende a predominare; si ha cos l’accentuazione dell’annullamento della visione del contenuto, mentre altre volte la comunicazione è resa evidente quando predomina la leggibilit  della forma oggettiva. L’equilibrio è l’unica fonte valida; esister  sempre quella giusta misura che tutte le forme dovranno possedere giacch attraverso di esse dovr  manifestarsi la loro leggibilit “.

Sin dall’inizio del proprio cammino artistico Giannino sembra fissare innanzi tutto a se stesso alcune regole basilari per affrontare la creazione dell’opera e renderla “comunicabile”, in un contesto quanto più vasto possibile ma anche portatore e testimone di un canone estetico di assoluto rigore.

2. La didattica.

Una delle ragioni, forse anche quella fondamentale, per cui Antonio Giannino risulta un artista “circolare”, nel senso che il suo lavoro ruota in un’orbita complessa ma esaustiva, risiede anche nel fatto che egli ha sempre affiancato all’attivit  creativa vera e propria quella diremmo propedeutica di studioso e didatta, svolgendo in continuo contatto con i suoi allievi un’opera di ricerca , consapevolezza e approfondimento al fine di suscitare anche in coloro che si avviano ad in            6                  «    oè è á«sptLlibrined dd dpG7e:EèHlèNO» OJe
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porticato di San Francesco di Paola. Il leone cui si allude nel titolo della iniziativa è quello che si riteneva in un primo tempo mancante nel porticato della piazza napoletana e che invece era stato asportato a suo tempo dagli alleati americani. Giannino in qualit  di direttore artistico cosi assume qui il compito di coordinare i lavori delle sezioni di grafica ed architettura dell’Istituto d’arte Boccioni e una volta preparati gli schizzi fa realizzare a Carrara in marmo Bardiglio il modello finale che a far data dal 28 marzo 1993 viene installato nel Porticato di piazza del Plebiscito.

Ed ecco come Giannino descrive la fase più delicata, anche dal punto di vista didattico, dell’intera operazione: “Il momento più significativo dell’iniziata intrapresa è stato nel coinvolgere gli allievi all’operazione di restauro, non solo nel realizzare il tema proposto sotto l’aspetto tecnico (rilievi con grafici e analisi formale del leone con foto e interpretazioni di elaborati: modello in creta, forma a tassello e modello in cera, quest’ultimo utilizzato per il passaggio in marmo di Bardiglio da Carrara) ma principalmente indicare la metodologia da seguire per il ripristino del monumento preso in oggetto. La collocazione del leone realizzato nello stesso marmo di Bardiglio grigio delle Alpi Apuane, luogo di origine dei materiali usati nel 1824 a conclusione del lavori del porticato, veniva visto cromaticamente con un leggero tono di grigio più intenso rispetto agli originali esistenti, tanto da evidenziare non proprio la forma simile all’altro leone esistente, quanto per il tono di colore. Tutto questo per sottolineare la differenza e l’apporto dell’inserimento del nuovo leone nel contesto dell’opera. Altri significati utili e importanti espressi in questa operazione erano rivolti alla didattica per coinvolgere e indirizzare gli allievi verso valori e conoscenze divulgative e civiche per un dibattito sui temi dell’architettura e dell’ambiente da recuperare alla citt “.

L’attenzione che Giannino ha riservato da sempre alla tutela e valorizzazione dei beni culturali è suffragata concretamente anche dal suo impegno svolto all’interno della Associazione Beni Culturali, il sodalizio che ha tra i suoi principifondativi proprio la diffusione della conoscenza dei beni artistici e culturali, la promozione dell’informazione relativa alla ricerca espressiva, il miglioramento di una didattica funzionale alla corretta interpretazione del patrimonio culturale.

(estratto dal volume a cura di Antonio Filippetti)

LA PRESENTAZIONE

Oggi 9 novembre, alle 17.00, all’Istituto italiano per gli studi filosofici (via Monte di Dio 14 – Napoli) in collaborazione con l’ unione nazionale scrittori artisti e l’ istituto culturale del Mezzogiorno,
Angelo Calabrese, Antonio Filippetti, Tonino Lobefalo presenteranno il volume di Antonio Giannino: UN GRAN TOUR DELLA CREATIVIT. Coordina: Donatella Gallone. Sar  presente l’autore.

L’INIZIATIVA /NATALE TRA PACCHETTI ECOLOGICI

Prende il via oggi (9novembre) alle 15, alla scuola elementare Ristori di Napoli, una campagna di sensibilizzazione prenatalizia rivolta ai giovani promossa dall’associazione culturale TEMPOLIBERO presieduta da Clorinda Irace.

Oggetto della campagna, ideale prosieguo del Convegno “RI-PROPONIAMO L’AMBIENTE, tra terra e mare la cultura per l’ambiente” promosso dall’associazione nello scorso settembre alla stazione zoologica Anton Dohrn, è il contrasto ad una delle manifestazioni più eclatanti del consumismo natalizio: il packaging.

Gli incontri avranno luogo in scuole elementari e medie napoletane, nelle parrocchie del quartiere Pizzofalcone dove ha sede l’associazione e, anche, nel Centro per il recupero della disabilit , Villa delle Ginestre e si concluderanno entro la met  di dicembre.

A parlare con i ragazzi saranno i soci junior dell’associazione Tempolibero, giovani under 18 che hanno seguito un percorso di formazione tra scienza, arte, creativit  e che si faranno portavoce di un messaggio contro lo spreco di imballaggi e a favore di pacchetti e regali creativi, basati sul riuso di materiali.

La campagna, ideata da Clorinda Irace, Lia Federico e Fiorella Mainenti con la collaborazione di Tina Ferrara, Anna Di Prisco, Francesca Ragni e degli esperti artisti Patrizia Palomba, Luigi Pagano e Anton            6           io Picardi è realizzata con il contributo dell’imprenditore Giuseppe Ferrara, della societ  Ferrarelle, del Consorzio Tecnoenvironment, persone e aziende impegnate sul fronte ambientale.

Info: www.associazionetempolibero.it
tel. 3351314431

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