L’incontro tra la Cappella Sansevero e la scuola non può che avere un sapore particolare, non può prescindere dal fatto che si incontrano due mondi straordinari quello del principe e quello della mente degli adolescenti. Il progetto I Sensi in testa nasce da una specifica consapevolezza i ragazzi di oggi, più che di contenuti, hanno bisogno di saper sciogliere le proprie emozioni, di saperle esprimere, di riuscire a tirarle fuori.
La Cappella Sansevero ha chiesto a Progetto Museo, Associazione con esperienza ventennale nell’educazione al patrimonio, di pensare a un percorso per bambini e adolescenti nella Cappella Sansevero. Al centro del progetto c’è una riflessione su cosa significhi far incontrare un luogo e un personaggio unici al mondo e la scuola. Chiaramente può significare tanto scoprire la vasta ed eterogenea cultura del principe, conoscere gli artisti e le tecniche, entrare nel mondo multiforme e sensoriale del linguaggio barocco. Soprattutto però, in questo caso, significa seguire le linee indicate dal principe la scoperta di una luce, il tornare a vedere la verit .
Chi lavora nella scuola sa che i ragazzi di oggi si relazionano al virtuale, più che al reale, mediano tutto, o quasi tutto, attraverso la tecnologia, ma soprattutto hanno una difficolt  enorme a far emergere l’aspetto sensibile. Con I Sensi in testa avviene un incontro privato tra i ragazzi e il Cristo velato, la Pudicizia, il Disinganno, che, in questa occasione, diventano compagni di una insolita esperienza.
A porte chiuse, lo straordinario ambiente della Cappella Sansevero diventa uno spazio laboratoriale per attivare i sensi e, quindi, la testa. Si privilegia lo stimolo di percezioni visive, tattili, anche olfattive e poi si svelano solo alla fine i contenuti, i significati espliciti e criptici che la Cappella contiene. I ragazzi sono invitati a osservare la Cappella e il suo contenuto, ad esplorarla con gli occhi e ad attivare gli altri sensi.
A gruppi i ragazzi guardano attentamente una parte della Cappella, una scultura, un particolare. Subito dopo, grazie alla collaborazione con Isfom (Istituto Formazione Musicoterapia), i partecipanti scelgono alcuni strumenti dello strumentario Orff, quelli che ritengono più adatti a tradurre in musica il particolare che hanno osservato. E cos la determinazione di Cecco di Sangro, il silenzio della Pudicizia, la sorpresa del Disinganno, il chiaroscuro del pavimento, la furia del soffitto diventano suoni.

Solo a questo punto la Cappella si svela
la storia della sua costruzione, la figura del principe e, soprattutto, il suo significato saranno raccontati ai ragazzi seduti per terra in circolo.
Al termine, il gruppo è pronto per un omaggio sonoro collettivo a quello che è il fulcro della Cappella. In circolo, ognuno con uno strumento, i ragazzi salutano il Cristo velato improvvisando un caloroso “concerto” dedicato al capolavoro di Sanmartino.

*presidente di Progetto Museo

Disinganno, part. (Francesco Queirolo, 1753-54).
Foto di Massimo Velo

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