Dicembre 2012 al teatro Elicantropo di Napoli si lavora per l’allestimento di “C’era una volta il 68”, uno spettacolo ideato e diretto da Carlo Cerciello. Tra i tanti attori figuriamo anche io e Maddalena Stornaiuolo. Galeotto fu lo spettacolo. Per l’occasione, rivestii anche il ruolo di assistente alla regia, cos Lena ebbe l’opportunit  di osservarmi e individuò in me un potenziale collaboratore di Vodisca Teatro. Dopo alcuni giorni, conobbi anche Rosario Esposito La Rossa che mi offr la possibilit  di curare una regia. Mi propose una serie di idee ma, alla fine, optammo per la realizzazione di un progetto scenico che raccontasse la vita di Maddalena Cerasuolo, protagonista indiscussa delle quattro giornate di Napoli.

Accettai senza nessuna esitazione, non solo per la bont  dello spettacolo, mi stimolava molto dare visibilit  a una eroina che ancora oggi è un esempio vivissimo di impegno civile e umano per la nostra citt ,
ma anche e soprattutto per l’entusiasmo e la determinazione di Rosario e Maddalena, due giovanissimi ragazzi, che dal nulla avevano rilevato la “Marotta e Cafiero”, avevano fondato “Vodisca teatro” e avevano istituito il premio “Antonio Landieri”, in memoria del giovane cugino di Rosario, vittima innocente di camorra.

Sono rimasto piacevolmente colpito dalle loro idee, dal modo di intendere il lavoro e soprattutto dalla scelta di operare in un territorio difficile come quello di Scampia.
Non potevo non condividere il loro piccolo grande sogno attuare una rivoluzione, lenta e profonda con i libri e con il teatro, attraverso una politica culturale di qualit , che non trascurasse l’aspetto economico ma che fosse sempre rispettosa dell’ambiente e del valore umano.
Cos, dopo giorni di duro e piacevole lavoro, di confronti, di condivisioni e anche di scontri, ad aprile debuttiamo al teatro Sancarluccio di Napoli con “Lenuccia. Una partigiana del sud” (con Maddalena Stornaiuolo e Luigi Credendino, regia di Aniello Mallardo), frutto della collaborazione tra Vodisca teatro e Teatro in fabula e del prezioso contributo di Gaetana e Gennaro Morgese, figli di Maddalena Cerasuolo a cui rivolgo i miei più sentiti ringraziamenti. Ci sono state svariate vicissitudini ma lo spettacolo ha riscosso molti consensi. Poi abbiamo lavorato a un nuovo progetto, “Diego. Non sarò mai un uomo comune”, che ha debuttato al Piccolo Bellini di Napoli il 20 marzo, sempre con Maddalena e Luigi e con il supporto tecnico di un gruppo straordinario di giovani professionisti. Contemporaneamente stiamo cercando di sviluppare una poetica artistico-teatrale, capace sempre più di incidere sul territorio, attraverso la riscoperta dell’essenza del teatro, quella ritualit  profondamente umana generata dall’incontro/scontro tra l’attore e lo spettatore.

Aspiriamo a un teatro come contatto, come esigenza di comunicare gli abissi più profondi dell’anima, come luogo utopico di incontro di tutte le forze mistiche e ancestrali della natura umana.
Il desiderio è quello di restituire qualcosa non solo agli spettatori ma all’intera comunit . Con Diego si parla di un mito, Maradona, del calcio, lo sport più praticato e amato al mondo e del loro impatto sul fluire costante e quotidiano dell’esistenza. Stiamo pensando anche a progetti per i bambini poich sentiamo il bisogno di rivolgerci trasversalmente a tutti gli strati sociali di tutte le et  per ascoltare e dare voce alle esigenze di tutti.

In foto, la locandina dello spettacolo "Lennucia. Una partigiana del Sud"

* regista, attore della Compagnia Teatro in Fabula

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