Nuovi autori crescono. Nella saletta rossa della libreria Guida a Port’Alba, nell’omonima via di Napoli, avvolti nelle note musicali della pianista Lavinia Parisi, è stato presentato il libro di Laura Russo Krauss “Baraonda” (Ed. Guida).

Un romanzo d’esordio questo che descrive l’apparente caos della mente di Enrico Stasi, il protagonista, con punte di scrittura che lascerebbero immaginare il confondersi in un tutt’uno tra la figura che esce dalla storia e l’autrice che racconta.

Germano Golia, che accompagna lo scritto con la postfazione, lo descrive come “un viaggio attraverso le azioni, i pensieri e gli scritti di uno studente del corso di Laurea in Lettere moderne”.

Enrico è uno studente come tanti altri che, in attesa di superare l’ultimo scoglio, nella fattispecie l’esame in Sociologia della Letteratura, rimane imbrigliato in un sogno ad occhi aperti. Un sogno che mescola vita reale e immaginazione. La vita reale riportata a sprazzi dalle voci in sottofondo dei suoi pochi amici e l’immaginazione che lo introduce in una dimensione altra, dove si accampa prepotente ed evanescente la silhouette sensuale di una studentessa dai capelli biondi raccolti in un morbidissimo chignon”.

Non da meno sono i commenti di Annella Prisco Saggiomo che individua nel protagonista Enrico “una sola vera vocazione, quella della scrittura, unica certezza che d  un senso al caos esistenziale”

Cos come Ermanno Corsi che chiosa” Il flusso dell’esistenza fra realt  e invenzione a volte il filo può spezzarsi e creare una “baraonda” di situazioni ed episodi rispetto ai quali si è presi da una inquieta sensazione di estraneit . Ma dal flusso dell’esistenza non si può uscire. Quanto, ciascuno di noi, è l’invenzione di se stesso? Romanzo di piani surreali e in parte autobiografici in cui la scrittura diventa mezzo di coraggiosa introspezione.”

Ugo Piscopo vede “Enrico in dissociazione con se stesso, con la propria memoria, con i propri comportamenti che lo fanno trovare imbrigliato in episodi e accadimenti imprevisti, stranianti, assurdi. E’ in scissione e incompatibilit  con gli altri e con il mondo.”

Infine Anna Gertrude Pessina analizza il romanzo come uno scritto di “disagio e inadeguatezza, d’inappartenenza e inaderenza al vissuto, frantumazione del flusso di coscienza e allucinazione onirica, attraverso una teologia negativa d’identit  e alterit , in cui la baraonda dell’io, lungi dal compattarsi, si attesta su un paradigma di solitudine e precariet  esistenziali.”

Ma è il caso di affidarsi anche e soprattutto a quella che ha mosso questo moto interiore e il suo intimo significato da “dietro le quinte”.
L’autrice Laura Russo Krauss
“Nel romanzo Baraonda ho cercato fortemente di far svanire la mia figura di autrice. Il mio nome figura solo in copertina. Non ci sono informazioni su di me, sulla mia et , su quello che faccio. Non ci sono note fatte da me e persino la dedica iniziale è stata da me affidata al giornalista Germano Golia che ha curato la postfazione. Questo perch Baraonda è il romanzo dell’assenza dell’autore e di come i personaggi si muovono in questa assenza. E’ un thriller psicologico e per questo, anche se sono tante le cose che vorrei far notare del mio romanzo, preferisco poi restare in silenzio per non svelare nulla. Ho cercato di far in modo tale che il linguaggio e la struttura del romanzo rendessero facile e veloce la lettura. Credo che i romanzi di tensione debbano travolgere il lettore ma non tenerlo imbrigliato per troppo tempo. Baraonda non è solo il titolo del romanzo è la confusione del protagonista e quella in cui dovrebbe cadere anche chi decidesse di affidarsi alle mie parole”.

L’autrice da un lato è intenta a sdoppiarsi con Enrico Stasi, lasciando immaginare un contrasto tra l’IO, in qualit  di principale mediatore della realt  deputato a leggere l’ambiente, gli oggetti e i soggetti, e il Super-IO, una sorta di fuori coscienza che immette nella psiche irrazionalit , conflitto, sogno.

E’ la dimostrazione questa che chi analizza il territorio della psiche lascia sempre un segno in chi è disposto a guardarsi dentro ed analizzarsi fin quasi ad annullarsi, per poi risalire in qualche elemento salvifico, nel caso di Enrico Stasi la passione per la scrittura.

In foto, la copertina del volume e l’autrice

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