La dieta mediterranea fa bene. Anche a chi è obeso. Lo dimostra uno studio europeo, coordinato dall’università di Napoli Federico II, in collaborazione con l’ateneo di Copenaghen e l’istituto francese MetaGenoPolis. Che ne illustra gli effetti benefici sulla composizione e sulle funzionalità del microbioma intestinale, sul metaboloma sistemico e sui livelli di colesterolo in una popolazione sovrappeso a rischio di sviluppo di malattie cardiovascolari.
La ricerca
, coordinata dall’Università degli Studi di Napoli Federico II, in collaborazione con l’Università di Copenaghen e l’istituto francese MetaGenoPolis. appena pubblicata sulla prestigiosa rivista scientifica Gut, evidenzia come esista un rapporto diretto tra l’alimentazione, il microbioma intestinale e la salute dell’uomo.
I partner del progetto europeo Dinamic – Diet-induced Arrangement of the gut Microbiome for Improvement of Cardiometabolic health – hanno condotto uno studio di intervento nutrizionale randomizzato controllato di 8 settimane in soggetti sovrappeso e obesi con uno stile di vita sedentario.
I risultati mostrano chiaramente che un cambiamento nel comportamento alimentare, senza alcuna concomitante modifica dell’apporto energetico individuale dell’assunzione di macronutrienti e dell’attività fisica, può ridurre i livelli ematici di colesterolo, già dopo 4 settimane, in una popolazione a elevato rischio cardio-metabolico per uno scorretto stile di vita.
Inoltre, una maggiore aderenza alla dieta mediterranea porta cambiamenti del microbioma intestinale e della sua funzionalità, importanti per la salute umana. In linea con gli aspetti legati alla nutrizione personalizzata, i dati mostrano che alcuni individui ospitano un microbioma intestinale che è più suscettibile ai cambiamenti indotti dalla dieta mediterranea e vanno incontro a ulteriori vantaggi clinici come il miglioramento della sensibilità all’insulina e dello stato infiammatorio.
Protagonisti del team, i gruppi di ricerca dei docenti Danilo Ercolini, Paola Vitaglione e Angela Rivellese del gruppo federiciano  impegnato negli studi sul microbioma; Lars O. Dragsted ed Henrik M. Roager del dipartimento di Nutrizione, Esercizio e Sport dell’Università di Copenaghen, e i membri del gruppo di ricerca dell’istituto di ricerca francese MetaGenoPolis (INRAE) dell’Università di Parigi-Saclay coordinato da Dusko S. Ehrlich.
In foto, elementi base della dieta mediterranea

.

RISPONDI

This site is protected by reCAPTCHA and the Google Privacy Policy and Terms of Service apply.