Langella edizioni/San Gennaro parla italiano e inglese nel libro di Pietro Treccagnoli. Elogio di un culto laico

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Il culto di San Gennaro fa storia a sé e l’elogio di Pietro Treccagnoli ne è testimonianza. In un libro dalla grafica attenta e curata corredato da belle fotografie, un ottimo prodotto editoriale di Pasquale Langella, l’autore racconta il personale rapporto con un santo “laico”. La storia tra il martire e il suo popolo, la sua città, è cosa che affascina e fa la felicità degli antropologi.
Nel Seicento Napoli era definita l’Urbs sanguinum, la “città dei sangui”, per la moltitudine delle reliquie miracolose sparse tra chiese, conventi, monasteri e abitazioni private.
Oggi, a compiere il miracolo dello scioglimento del sangue, sono in due: San Gennaro e Santa Patrizia – e poiché è cosa risaputa che le donne devono impegnarsi di più e meglio per competere con i colleghi – la prima compie il suo dovere assai più spesso del secondo anche se, come scrive Treccagnoli, la santa compatrona di Napoli detiene il primato poiché del suo miracolo si hanno notizie già nel VIII secolo mentre, per il vescovo martire, le cronache ne riportano l’avvenimento solo a partire dal XIV.
Il rapporto con la fede, qualunque essa sia, è cosa personale in cui si fondono l’educazione ricevuta, i condizionamenti sociali e le proprie convinzioni ma, nel caso del culto di San Gennaro, a questi si aggiungono altri fattori come la convivenza con il paganesimo – eredità della neapolis greca – e l’unicità della natura del rapporto instaurato dal popolo con un santo percepito come persona con cui dialogare e stringere una sempiterna alleanza. Lungi dall’essere entità astratta San Gennaro è persona concreta che tiene in considerazione i patti.
Per invocarne la protezione dalla guerra, la pestilenza, i terremoti e la lava del Vesuvio i cittadini napoletani convocarono Gennaro dal notaio e con atto stipulato nel 1527 regolarono i reciproci obblighi.
Il santo si impegnava a proteggere la città e i napoletani ad erigergli una cappella e costituire un tesoro, un sinallagma che con le cose di chiesa nulla ha a che fare. Le questioni in ballo non sono cose da poco, è lavoro impegnativo nel quale non tutti i santi possano cimentarsi.
Paolo Jorio, direttore del Museo del Tesoro di San Gennaro, nella prefazione narra come il patto sia sempre in vigore e attuale introducendo il lettore alle meraviglie artistiche esposte nel museo e nella cappella contenuta nel Duomo.
Ma cosa anima questo rapporto: la fede o la devozione? Come suggerisce l’autore è bene soffermarsi sul distinguo: «La devozione è per lo scettico perplesso del suo stesso scetticismo, per il razionalista impregnato dal dubbio iperbolico, per l’illuminista oscuro, per il materialista a cui non basta la morte che l’accomuna a cani e balene, uno strumento facile e potente che gli permette di illudersi di decifrare la sfuggente complessità del mondo».
Nella quotidiana complessità San Gennaro è punto fermo, granitico, non tetragona certezza dogmatica bensì consapevolezza di sicura interlocuzione, con lui si parla per addivenire ad umani, fin troppo umani, accordi.
Come nel culto delle anime pezzentelle anche con il patrono vale il principio del mutuo soccorso, i due mondi  – quello terreno e quello ultraterreno – si scambiano promesse che vanno mantenute in ordine a un reciproco agire a fin di bene.
Lungimirante e intelligente la scelta di tradurre il testo in inglese affinché gli appartenenti ad altra cultura e religione possano condividere il racconto di un napoletano su una parte costitutiva dell’identità partenopea, una parte che chi è nato in questa città porta con sé ovunque vada.
Ci sono molte chiavi di lettura e piani di interpretazione per avvicinarsi a una città, Napoli, che è tanto, a volte troppo, alcuni possono essere opzionali, si può scegliere quelli più affini ai propri interessi, ma ve ne è uno imprescindibile: il modo di sentire e tenere insieme tutte le anime che nei millenni l’hanno plasmata. Il culto laico di San Gennaro ne è sintesi magnifica.
©Riproduzione riservata

IL LIBRO
Pietro Treccagnoli
“Elogio di San Gennaro”
Langella edizioni
in italiano e inglese
pag. 38 euro 12,00
In alto, la copertina del libro con una foto di Mario Siano

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