E fanno dodici. Dal oggi, venerd 16, al 25 aprile si terr  la XII edizione della “Settimana della Cultura”, l’evento culturale italiano più importante dell’anno, organizzato dal Ministero per i Beni e le Attivit  Culturali.

Saranno aperti gratuitamente, per dieci giorni, tutti i luoghi statali dell’arte: monumenti, musei, aree archeologiche, archivi, biblioteche, con grandi eventi diffusi su tutto il territorio.

La Campania, come tutte le regioni italiane, parteciper  a questo progetto, con numerosissimi eventi diffusi in tutte le province, e con l’intento, comune anche alle altre regioni di “raggiungere tutte le fasce di utenza, comprese quelle che di solito non frequentano i luoghi d’arte”, come spiega il Ministro per i beni e le attivit  culturali, Sandro Bondi.

In questo carnet si inserisce la mostra allestita nella Sala Rari della Biblioteca Nazionale di Napoli, “Le architetture impossibili del barocco”, aperta dal 16 al 24 aprile 2010 (ingresso libero, orario di apertura 10/18,30).

La Biblioteca Nazionale propone ai suoi visitatori un particolare percorso tra le architetture impossibili del barocco, create dalla tipografia europea del XVII secolo: facciate e porte monumentali di vertiginosi altezze; terrazze affollate di statue, pinnacoli e figure umane pericolosamente affacciate a balconate prive di riparo; angeli, ninfe e santi, collocati con strani equilibrismi, si affastellano e diventano i protagonisti dei grandi pannelli espositivi. Pannelli espositivi che rappresentano le gigantografie dei frontespizi dei volumi conservati nel Fondo Farnese della Biblioteca Nazionale.

“Si tratta di un’architettura irreale e impossibile spiega Mauro Giancaspro, direttore della Biblioteca, nel presentare la mostra – idonea soprattutto alla rappresentazione, invasiva e soggiogante, del potere, all’enfasi della tensione religiosa, all’arroganza roboante della maest  regia. Un’architettura fantasiosa e spettacolare, funzionale alla celebrazione tanto del trionfo della Chiesa post-tridentina o del potere assoluto delle monarchie, quanto dell’autorevole primato di quella scienza che va arricchendosi sulle radici di nuove acquisizioni e di rivoluzionarie scoperte”.

E ad attirare l’attenzione è proprio la maestosit  dei pannelli (di grande formato seicentesco) e l’incredibile diversit  dei materiali presenti: prevalentemente trattati di medicina, di botanica, di architettura, di artiglieria e arte della guerra, accostati a tavole ed illustrazioni di antiporte liberamente costruite, con fantasiosi e irreali assemblaggi, spesso affidati ad un’ illusoria rappresentazione dello spazio.

La mostra si propone, inoltre, come naturale prosecuzione del progetto espositivo “Ritorno al Barocco. Da Caravaggio a Vanvitelli”, rassegna ambivalente che si è proposta di descrivere “il barocco come passione per l’arte” e terminata l’11 aprile 2010.

In alto, Ars Belli et pacis. In basso, un’illustrazione per la copertina delle “Due regole della prospettiva pratica” di Iacomo Barozzi da Vignola, (edizione romana della Stamperia Mascardi del 1644)

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