«La ricerca di verità astratte e speculative, principi, assiomi nelle scienze, tutto ciò che tende a generalizzare le idee non è responsabilità di donne, i loro studi devono riguardare tutti quelli che hanno a che fare con la pratica; sta a loro applicare i principi che l’uomo ha trovato, e sta a loro fare le osservazioni che portano l’uomo alla fissazione dei principi» è un estratto da “Emilio o dell’educazione” di Rousseau citato da Annalisa Comes in “Beatrix Potter. Un mondo di meraviglie”, pubblicato da Iacobelli editore.
Il ruolo ancillare delle donne e la loro complementarietà in un universo maschile, capisaldi del filosofo francese, sono riportati dall’autrice per sottolineare la tenacia, determinazione e impegno che le botaniche, naturaliste e scienziate devono avere – da sempre – per affermare la validità del loro lavoro, basti pensare a Jeanne Baret, l’esploratrice e botanica costretta a travestirsi da uomo per imbarcarsi sull’ Étoile nel 1766.
Donne che, infrangendo le regole sociali della propria epoca, hanno scelto di non rinunciare agli studi anche quando nate in famiglie non ricche e quando prive di un’adeguata istruzione.
Beatrix Potter (1866-1943), la protagonista del saggio di Comes, è stata una attenta e appassionata osservatrice della Natura: botanica, naturalista, illustratrice e scrittrice ha accompagnato milioni di bambini alla scoperta di un mondo di creature del bosco e della campagna.
Nata in una famiglia benestante, con un padre amante della pittura e della fotografia, visse e soggiornò in case immerse nel verde della campagna inglese dove poté coltivare il talento e la passione che la portò a trasformare cartoline illustrate, corredate da brevi testi inviate ai figli di amici e parenti, in ventitré storie tradotte in trentacinque lingue.
Comes presenta la vita e il lavoro di Potter attraverso un collage di informazioni e riflessioni che introducono il lettore/trice a conoscerne e comprenderne la personalità, si sofferma sull’assenza di leziosità di racconti mai edulcorati ma, al contrario, realisticamente rappresentativi della vita e della morte degli animali che, antropomorfizzati, rappresentano la complessità dei sentimenti e delle passioni umane, comprese quelle negative.
Attraverso il confronto tra il lavoro di Beatrix Potter e quello di altre studiose e artiste l’autrice fa emergere la poliedricità di un talento che si espresse anche in ambito imprenditoriale: «Certo, si potrebbe obiettare che il “giardinaggio”, l’acquerello, la scrittura rivolta ai bambini, erano passioni e attività tollerate più o meno concesse alle donne da una società, come quella vittoriana, prevalentemente maschile e patriarcale. Ma Beatrix e Gertude (Jakyll n.d.r.) sono andate ben oltre, liberandosi dall’addomesticamento e diventando imprenditrici di sé stesse».
Potter costruisce un variegato merchandising disegnando e realizzando i pupazzi dei protagonisti delle sue storie, cartoline illustrate, giochi da tavolo, carta da parati, servizi da thè, articoli da cancelleria, abbigliamento, accessori e libri per principianti che si accostano alla pittura. Con i proventi di questa ricca e originale produzione acquista fattorie e terreni, alla sua morte lascerà al National Trust, ente per la difesa e la preservazione del territorio, quindici fattorie, diversi cottage e più di quattromila acri di terra. Luoghi dove allevava e curava animali, coltivava i terreni e faceva prosperare le aziende agricole rispettando e amando la natura.
Nel 1943 fu la prima donna ad essere eletta presidente della Herdwick Sheep Breeds Association, l’associazione degli allevatori di pecore Herdwick, la razza autoctona del Lake District centrale e occidentale che vive sulle montagne più alte dell’Inghilterra, la razza da lei allevata e per la quale vinse diversi premi.
Comes accosta Beatrix Potter a Astrid Lindgren- l’autrice conosciuta soprattutto per Pippi Calzelunghe – e Tove Jansson rinvenendo dei tratti che le accomunano, tutte loro hanno amato la natura fin da piccole e da questa, attraverso l’osservazione dei luoghi dell’infanzia, hanno tratto ispirazione per scrivere storie e romanzi, la loro non fu ambientazione manieristica ma acuta osservazione botanica e zoologica, studio attento e metodico.
Con Lindgren Beatrix Potter condivise anche l’impegno per la tutela dei diritti degli indifesi tra cui gli animali, con Jansson la scelta di scrivere e illustrare racconti per bambini in cui trasferire un messaggio circa il modo di concepire il rapporto con la natura e l’ambiente.
Il lavoro di Comes ha il merito di restituire profondità e complessità a una donna che, troppo spesso, per l’immaginario collettivo fu soltanto una ragazza agiata che disegnava topolini e coniglietti trascorrendo le giornate lontana dalle occupazioni quotidiane e materiali.
Beatrix Potter, al contrario, fu una donna dai molti talenti che sfidò i dettami sociali per seguire – non senza imbattersi in ostacoli – le proprie idee e principi e l’autrice ne presenta la vita soffermandosi sulla versatilità, poliedricità e complessità caratteriale: competenze scientifiche, talento artistico, abilità imprenditoriali.
Leggendo le pagine dell’autrice sono affiorati i ricordi dell’infanzia, accanto ai libri di favole in italiano, ho rivisto anche quelli in inglese nel formato classico descritto dalla Comes, piccoli libretti ricchi di colori, personaggi e dettagli di micro cosmi in miniatura che mi accompagnavano alla scoperta di un mondo nascosto nelle cavità degli alberi, nel sottobosco o sottoterra, un mondo popolato da piccole creature intente a preparare il thè, infornare torte e chiacchierare del più e del meno. Sì, concordo con l’autrice, Beatrix Potter ha donato a tutte le generazioni future, un mondo di meraviglie ed è giusto si conosca il talento di chi tanta stupefacente meraviglia l’ha concepita e creata.
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IL LIBRO
Annalisa Comes
Beatrix Potter. Un mondo di meraviglie
Iacobelli editore
Pagine 169
euro 23
L’AUTRICE
Annalisa Comes, insegnante e scrittrice, è membre associé del Laboratoire LIS (Littératures Imaginaire Societés, LIS, F-54000 Nancy, France), e fa parte del Collettivo di redazione della rivista Leggendaria. Si è occupata della questione di genere nella poesia per l’infanzia con il saggio Straordinarie avventure. Poesie per bambini e bambine di poete e scrittrici (2022), ha pubblicato la biografia Astrid Lindgren. Una vita dalla parte dei bambini (2017) e curato, in Italia e in Francia, esposizioni dedicate a Tove Jansson. Tra le sue ultime pubblicazioni, la raccolta di prose poetiche L’Airone (2020); Il gusto delle parole in Marguerite Duras. Scriversi, scriversi, cucinare (2022); In Francia mi si è gelato il cuore. L’esilio francese di Marina Cvetaeva: 1925-1939 (2016) e insieme ad Hora Aboav La notte dei ricordi (2025). Ha curato le edizioni di Jacqueline Schulhof Blum, Scolpire il tempo. Memorie di una vita (2022) e di Vasco Ascolini, Un nero pieno di luce (2023). Con iacobellieditore ha pubblicato il diario di viaggio Ouessant, l’isola delle donne. Diario di una residenza sull’oceano (2023, premio “Marincovich Cultura del mare”)