Libro/”Devo ricordarmi di dimenticarti” di Cristina Prevosti: una tormentata storia d’amore nel mondo della moda

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“Devo ricordarmi di dimenticarti” (brè edizioni, pagine 264, euro 13) di Cristina Prevosti è un romanzo d’amore ambientato tra Genova, Milano e diverse capitali del mondo in cui la protagonista, Clara, si reca per lavorare come modella, e in seguito come responsabile dell’ufficio stampa di una stilista italiana.
Quando incontriamo Clara ha ventinove anni e sta decidendo del suo futuro: il lavoro di modella non lo si può fare in eterno, e lei si reca quindi a un colloquio per un posto di commerciale nella moda, che va molto bene.
La sua felicità per il nuovo lavoro viene però offuscata dalla telefonata di una sua amica, Vincenza, che le confessa neanche troppo delicatamente di aver intrapreso una relazione con il suo fidanzato, Alberto.
Clara comincia a unire i puntini e a rendersi conto che il suo ragazzo era strano già da un po’ di tempo; inoltre, un anno prima aveva ricevuto delle lettere anonime in cui la avvisavano che Alberto e Vincenza avevano una relazione alle sue spalle, ma aveva pensato fosse solo lo scherzo di una persona invidiosa del loro rapporto.
Dopo quattordici anni di relazione, benché vissuti tra altri e bassi, fa male scoprire di essere stata tradita, e soprattutto di non averlo saputo dall’uomo di cui si era innamorate ma dalla donna che l’aveva portato via.
«Tu sei sempre via, presa da mille impegni più importanti di me. Più importanti di noi due», si scusa Alberto quando una disperata Clara lo chiama; una motivazione inadeguata che le spezza il cuore e che dà inizio a un lungo periodo in cui la giovane si costruirà una corazza sempre più spessa, per resistere al dolore.
Cristina Prevosti racconta più di dieci anni di vita di Clara, mentre fa carriera e ottiene grandi soddisfazioni, mentre viaggia da un capo all’altro del mondo e mentre passa momenti piacevoli con le sue amiche, le vere rocce della sua esistenza.
Allo stesso tempo, però, la vediamo soffrire per Alberto e per i sensi di colpa di aver contribuito a far finire la sua storia con lui – «Realizzai per la prima volta che ero stata io a pilotare il gioco. L’avevo fatto inconsciamente e senza rendermene conto, ma ero stata sempre io. Avevo anteposto la carriera al nostro rapporto, mettendolo in standby, e mi ero lanciata nelle esperienze che la vita mi aveva regalato senza curarmi dei suoi dubbi».
Passeranno anni, prima di rendersi conto che è sempre possibile riscattarsi; anni di scoperte e di accettazione, di scelte difficili e di importanti cambiamenti. (Piera Basi)
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