Lo scorso mese di luglio (2021) inoltrai alla ministra per il Sud e la coesione territoriale – on. Maria Rosaria Carfagna – la richiesta per un’intervista sul Mezzogiorno, alla vigilia del prestito europeo (Pnrr). Dopo qualche settimana il suo capo ufficio stampa mi contattò telefonicamente e, gentilmente, mi spiegò che la signora ministra non aveva avuto tempo per rispondere alle domande. Altrettanto gentilmente ringraziai per la comunicazione.
Le domande proposte avrebbero chiarito molte cose del dibattito attuale sul Sud, sul destino di circa 20 milioni di italiani, su quali forme di riequilibrio tra Nord e Sud si stesse puntando, su come si intendesse “rintracciare” le crisi industriali aperte.
Niente, le domande rimarranno senza una risposta. Peccato. Ma su tutti rimarrà inevasa la considerazione che in Italia esiste una legge, la 18/2017, che già prevede che venga destinato il 40% al Sud della spesa pubblica ordinaria in conto capitale, del tutto disattesa. Così come sarà drammaticamente disattesa nel riparto dei fondi UE del Recovery Found.
Queste le domande inoltrate:
1) Gentile signora ministra, lei sostiene la necessità di una legge per blindare il 40% a favore del Sud per i bandi previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr). Non crede che sia dispendioso adoperarsi in tal senso, visto che già esiste la Legge n. 18 del 27/02/2017 (Decreto Mezzogiorno), che all’art. 7Bis prevede una quota di spesa pubblica ordinaria in conto capitale, in base alla popolazione residente, da realizzare nelle regioni del Mezzogiorno?
2) Non crede che la partecipazione dei cittadini sia fondamentale per i progetti da attuare al Sud ai sensi del Recovery? In questo caso, si può immaginare un organismo partecipativo che ricomprenda anche i destinatari delle scelte?
3) Che tipo di coinvolgimento istituzionale hanno avuto le Regioni e i Comuni del Mezzogiorno nella ricaduta progettuale del Recovery plan?
4) Nell’ambito degli assi portanti per soddisfare il prestito europeo, come pensa di recuperare la distanza tra Nord e Sud in termini infrastrutturali?
5) Un Piano che parli ai problemi concreti e reali del Sud dovrebbe saper rintracciare le crisi industriali aperte, a partire dai licenziamenti collettivi in atto allo stabilimento della Whirlpool di Via Argine a Napoli. Lei che pensa?
Questa la successiva e-mail inviata dal sottoscritto. Sig.ra ministra Carfagna, dispiace che lei si sottragga a parlare, chiarire, approfondire, raccontarci limiti e difficoltà, azioni e responsabilità pubbliche. Dispiace ai cittadini amministrati del Mezzogiorno, a chi ripone nell’azione pubblica parità, equità, solidarietà, giustizia sociale e rispetto della legge.
Chi scrive crede che lei abbia mancato di “considerazione” a tutti quelli che aspettano questo, a chi si sente tradito da decenni, a chi vuole credere ancora che un altro Sud è possibile. Da chi ricopre il mandato di “ministro per il Sud e la coesione territoriale”, e da una persona nata in queste terre, ci si aspettava la dovuta chiarezza istituzionale e il rispetto umano di qualche motivo di riscatto. Un’occasione persa.
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Nella foto in alto, Nisida. Scatto di Enzo Abramo da Pixabay 

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