Un nuovo allestimento al Mann è dedicato alla Piana Campana. La terra che va da Capua a Cuma, da Napoli a Pozzuoli, Gricignano e Carinaro, finalmente trova uno spazio espositivo, attendendo ancora una piena valorizzazione dei suoi tesori. Già da metà luglio, sulla scia dell’esposizione sugli Etruschi è possibile ammirare i preziosi reperti della Campania antica. Ottocento reperti per la maggior parte inediti provenienti dai depositi, si fanno spazio nelle sale del Mann tra la sezione di preistoria e Moebius.
Spiega il direttore Paolo Giulierini: «La Campania è davvero una terra senza confini, e la nostra missione è fare conoscere al mondo la storia millenaria di questa regione che fu chiave del Mediterraneo, anche prima dell’Impero Romano: lo facciamo presentando al pubblico un nuovo ricco allestimento con centinaia di pezzi inediti, mai esposti in maniera organica, e legando così per la prima volta il nome Campania a un grande progetto di valorizzazione della sua archeologia. Per il Mann, che vuole sempre più rafforzare il suo ruolo centrale sul territorio mettendo a disposizione spazi e competenze, è una nuova grande sfida, con un doppio obiettivo. Creare un centro per l’archeologia della Campania settentrionale, in stretta collaborazione con la direzione regionale Musei Campania, le Soprintendenze e tutti gli enti di tutela territoriali.  E parallelamente lavorare insieme alla Regione Campania e ai maggiori musei europei alla costruzione di una grande mostra internazionale itinerante che possa raccontarci, partendo da un patrimonio identitario straordinario».
Il progetto fa parte di un itinerario condiviso dal Mann con altre istituzioni, tra cui la direzione regionale musei della Campania, la Regione Campania, la soprintendenza archeologia Belle Arti e Paesaggi del Comune di Napoli, quella per l’area Metropolitana di Napoli, nonché di Caserta e Benevento, per un nuovo percorso di valorizzazione e ricerca condivisa.
Con questo straordinario programma di ricomposizione dell’archeologia del territorio, il Mann si propone di continuare il percorso di scavo, prospettando per il futuro una grande e comune esposizione.
L’allestimento si articola in due sale, la prima dedicata al territorio, con i reperti provenienti dagli scavi US Navy del treno ad alta velocità di Gricignano e Carinaro, in provincia di Caserta, tra cui figurano pugnali di bronzo (età del Bronzo Antico/ dal 2300 a.C.) e vasi di solito attribuiti alla cultura proto-etrusca, ma qui collegati anche alle dimensione indigena, come l’imponente vaso decorato a stampo e risalente al bronzo medio (XIV/XIII sec. a.C.).
La seconda parte è incentrata sulle collezioni del Mann. Figurano i reperti della valle del Clanis della fine dell’VIII secolo, con il corredo della tomba di Artiaco 104 di Cuma, che ci testimonia i diversi ruoli sociali dei defunti.
Di notevole interesse è una lancia in ferro, frutto di un paziente lavoro di restauro da parte del Mann. Anche la Campania settentrionale trova il suo spazio, l’area ausone-aurunca ci mostra i tesori orientalizzanti di Cales, e i tesori del tempio della dea Marica, con la sua straordinaria varietà di ex voto e statuine in terracotta.
Curatori dell’allestimento: Paolo Giulierini, Emanuela Santaniello e Mariateresa Operetto. Il progetto nasce dalla collaborazione con la Saint Mary’s University (Halifax, Canada) con il coordinamento di Emanuela Santaniello e Sveva Savelli, e in un più ampio studio della Campania antica e delle popolazioni che la abitarono.
In alto, una foto del nuovo allestimento

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