che a volte non basta essere quell’uno su mille che ce la fa. No, per poter lasciare il tuo nome nella storia, per lasciare una traccia indelebile del tuo passaggio in questa vita essere uno di quegli “uno” su mille non basta. A volte ci vuole di più, devi essere in quella percentuale ancora più piccola di persone che, dopo avercela fatta, dopo aver battuto gli altri novecentonovantanove, sono riusciti a dare un significato ulteriore alla realizzazione del proprio sogno. E quando ti trovi davanti ad una persona del genere, quando il talento si combina con la voglia di spuntare, di emergere dal gruppo, quando sei di fronte a chi ha evaso le regole e le concezioni comuni, ponendo avanti a tutto, prepotentemente, i propri sentimenti e le proprie volont , non si può far altro che ammirarne l’operato, tirare giù il cappello e restare ad ammirare, esterrefatti, quella scia di cometa che brilla, forte, più luminosa di tutte le stelle nel cielo nero della notte.

per questo che domenica 30 ottobre 2011 alle ore 11 nella Pinacoteca Comunale d’Arte Contemporanea “Giovanni da Gaeta”, in Via De Lieto n. 2, Gaeta (LT), sar  consegnato l’alto riconoscimento “Una vita per l’Arte” a Mario Persico, protagonista dell’arte nazionale e internazionale del Novecento e raffinato intellettuale, una di quelle personalit  che ha messo il naso fuori dal gruppo, che ha rifiutato una classificazione, che ha posto il suo marchio, indelebile, sul mondo dell’Arte.

Il premio, istituito dall’Associazione Culturale Novecento e dal Comune di Gaeta, è giunto all’ottava edizione e ha visto vincitori, negli ultimi tre anni, personaggi dell’Arte come Giancarlo Isola, Ennio Calabria e Andrea Sparaco. L’obiettivo, quindi, non è quello di conferire un premio relativo semplicemente al successo dell’artista, ma quello di premiare chi ha fatto dell’Arte la propria ragione di vita con dedizione assoluta allo studio e alla ricerca di elementi espressivi e tecnici innovativi nell’interpretazione del umano divenire; chi, a seconda dell’ambito artistico in cui ha svolto la propria attivit , ha scelto la strada del rigore e della sperimentazione con il coraggio di rinunziare alle troppo spesso vuote ribalte convenzionali; chi ha svolto un lungo percorso che lascia un segno nella grande storia dell’Arte, a prescindere dalla quotazione di mercato. Identikit, questo, che combacia perfettamente con quello di chi è stato protagonista del dibattito a Napoli tra informale e figurativo; firmatario del “Manifesto dell’Arte Nucleare”, movimento nato come costola dell’informale, opposto al Neorealismo, che si basa su un più razionale rapporto ideologia linguaggio.

Persico è stato anche tra i fondatori del "Gruppo 58", di evidenti matrici dada e surrealista, e tra i fondatori della rivista "Documento sud", rivista di avanguardia in prima linea nel voler affermare l’idea di una dimensione europea e non periferica dell’arte napoletana. Nel 1965 è poi entrato a far parte del gruppo napoletano della Patafisica (scienza delle soluzioni immaginarie, che accorda simbolicamente ai lineamenti le propriet  degli oggetti descritti per la loro virtualit ), venendo eletto nel 2001 Rettore magnifico dell’Istituto di Patafisica napoletano, fondato in seguito e da vita alle sue prime “opere praticabili”, opere tridimensionali allungabili, in legno a colori vivaci e altri materiali, con le quali il fruitore può interagire, ampliandole o modificandole.

Una carriera sessantennale, segnata dal rifiuto della mistica dell’estasi, della folgorazione e dalla magia vista come legame con Napoli, nella scoperta sempre nuova della sua citt , ma soprattutto caratterizzata dalla lotta alla mercificazione delle opere, alla loro banalizzazione a favore del mercato ed all’azione negativa che i mass media ed il mercato hanno avuto ed hanno ancora sui musei e sull’arte, spingendo la cultura e gli artisti napoletani nell’anonimato, nel silenzio, nella dimenticanza. La carriera di uno che è sicuramente qualcosa di più di “uno su mille”.

In foto, Mario Persico

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