Masaniello e Berardina. La storia di un tragico amore va in scena sabato 4 ottobre alle 17,30 in San Gennaro all’Olmo con "Lazzari e Briganti", protagonisti Rino Napolitano e Maria Luisa Acanfora. Viene raccontata con musiche e recitato la vicenda di quei pochi giorni di gloria di Masaniello, pescatore popolano, che si ribellò ai tanti soprusi della dominazione spagnola ponendosi a capo del popolo stimolando il senso di orgoglio e dignit  dei napoletani. noto il suo epilogo. Fu tradito da amici camorristi e nobili e decapitato in piazza Mercato, dove aveva vissuto e da cui era partita l’insurrezione. Divenne mito in ogni paese europeo.
La vicenda è narrata da cronisti e testimoni Giuseppe Pollio, Sebastiano Molini, Alessandro Giraffi e Giuseppe Donzelli, Maiolino Bisaccioni. In letteratura, Francesco Capecelatro, Tommaso Campanella, nell’800 da Salvatore Di Giacomo, Michelangelo Schipa, Bartolomeo Capasso, e inoltre da Benedetto Croce e Jean Nol Schifano. Il fascino del personaggio e della sua vicenda ha coinvolto tanti poeti e drammaturghi, gi  in et  barocca e romantica, stranieri e napoletani. Vanno ricordati, tra gli ultimi Ferdinando Russo, Vittorio Viviani, Luigi Compagnone, Eduardo, Elvio Porta, Armando Pugliese, Tato Russo, Roberto De Simone.
Napoli, mezzo milione di abitanti, vive tragici eventi. Eruzione del Vesuvio nel 1631, nel’47 rivolta popolare con Masaniello, nel’56 la peste fa morire più della met  della popolazione.
Il Regno di Napoli perde la sua autonomia quando Ferdinando il Cattolico esilia Federico, suo nipote, ultimo re aragonese, e la citt , divenuta provincia spagnola, viene governata da vicer, dal 1503 al 1707, che impongono tasse su richiesta di denaro dalla Spagna. I nobili lucravano sulle gabelle. Il ceto medio aspirava ad avere gli stessi diritti dei nobili. Il popolo ridotto in povert , definito “mangia foglie”, non potendosi nutrire d’altro, viveva alla giornata. Giambattista Vico, in “La congiura di principi napoletani” del 1703, denuncia il malcostume, frivolezze, sfarzo divampante, arroganza, ozio, e le loro ostilit  reciproche.
Emergono aspetti toccanti dell’epoca. Interessi e intrighi politici, la povert , la condizione femminile. Berardina, a cui F. Russo dedicò versi ” ‘A mugliera e Masaniello”, dopo la decapitazione del suo sposo il giorno della festa del Carmine, viene trascinata in strada da Carlo Catania, fornaio, uno dei sicari, abbandonata maltrattata e derisa dal popolo per cui il suo Maso era morto.
Per sopravvivere, come tante per i propri figli, si prostituisce e la sua vita densa di ricordi e umiliazioni termina con la peste del’56.
Rino, voce e chitarra classica, è regista, autore di testi, versi e musiche. Interprete classico di Pulcinella, Petito, don Anselmo Tartaglia, Masaniello, Razzullo nella Cantata dei pastori.
Marialuisa, figlia d’arte di Luciano Glori, interprete della canzone napoletana negli anni 50, si esibisce nella danza popolare e nei ruoli di Colombina, Berardina, Filumena Marturano e Sarchiapone con Razullo, nella drammatizzazione di prosa e versi di autori classici.
Spettacoli allestiti Cantata dei pastori, Raffaele Viviani , il Teatro a Napoli dalle atellane a Eduardo, il ricovero dei moribondi farsa di Antonio Petito, Masaniello il lazzaro che sfidò il vicer, Ernesto Murolo il poeta, Carosone , Antonio Petito, il Seicento napoletano secolo d’oro, Briganti la fine di un regno raccontata dai vinti. L’associazione “Lazzari e Briganti”, nata nel 2004, vincitrice di molti premi, ha il patrocinio del Club Unesco di Napoli per la sua intensa attivit  nel promuovere la cultura partenopea tra i giovani in altre citt .
Replica, domenica 12 ottobre, sempre alle ore 17,30 nel Complesso di San Gennaro all’Olmo in via S. Gregorio Armeno, Napoli.

info@lazzariebriganti.it tel. 393.04.08.189

Nello foto, in alto, Masaniello visto da Onofrio Palumbo(collezione Olberto di Genova) e un’incisione che raffigura Berardina

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