Una giornata di eventi e di incontri è stata dedicata a Francesco Rosi per ricordare il suo impegno civile, politico, culturale e il suo definitivo allontanamento dal set cinematografico e dal teatro voluto dal Destino a cui siamo soggetti noi mortali il 10 gennaio di quest’anno. Primo incontro nella mattinata del 3 marzo nella Sala dei Baroni al Maschio Angioino voluto dalla Giunta de Magistris con la figlia Carolina a cui è stata donata una medaglia dal sindaco e i suoi amici Raffaele La Capria, Giuseppe Tornatore, Mario Martone, Luca De Filippo, Roberto Andò, Nino Daniele e il fratello Massimo, docente di architettura. La Sala storica è colma di giornalisti e giovani napoletani. La Capria ricorda gli ottanta anni di amicizia e di collaborazione. «Ci mescolavamo tra la folla per ascoltare la gente, spesso in questa sala per ascoltare i dibattiti del Consiglio comunale. Solo in questi giorni ho capito di aver perso un amico di cui non valutavo a pieno la genialit , la scintillante fantasia, l’ integrit  morale. Nei nostri incontri nella sua casa romana parlava quasi spesso dei suoi figli e della sua Napoli».
Martone lo ricorda come padre per la sua capacit  di ascoltare i giovani e invogliare a fare arte con impegno professionale per essere protagonisti ed esempio per altri. Tornatore, oltre a rammentare la sua collaborazione, precisa «Tutti lo chiamavano il professore. Coppola, Scorsese e altri hanno dichiarato di aver imparato da lui la professione e la dedizione per la realt . Amava andare al cinema per vedere lavori di altri e spesso telefonava per complimentarsi».

Roberto D’Avascio, presidente dell’Arci-Movie, presenta il documentario con una sintesi di alcuni film di Rosi, montato da Giovanni Bellotti,
da cui si evince una fratellanza tra Napoli e Palermo citt  scandalo per l’abuso edilizio e la presenza dominante della criminalit . Nel pomeriggio incontro alla Facolt  di Architettura e poi “Mani sulla citt ” all’Astra.

Rosi studia giurisprudenza e si dedica alla illustrazione di libri per l’infanzia.
L’amicizia con La Capria, Aldo Giuffr, Giuseppe Patroni Griffi lo avvicinano al mondo dello spettacolo. Nel 1946 è assistente di Ettore Giannini in “O voto” di S. Di Giacomo e nel ’48 di Luchino Visconti in “La terra trema”, in “Senso” nel ’53, in “La sfida” nel 58. “I magliari” con Alberto Sordi è il suo primo lungometraggio nel’59.
Nel ’62″Salvatore Giuliano” e l’anno dopo vince il Leone d’oro con “le mani sulla citt “. Si concede una pausa con film favolistici con Sophia Loren, Omar Sharif e altri. Dal ’70 riprende il suo impegno politico con “L’assurdit  della guerra”, e la triade “Uomini contro”, “Il caso Mattei”, “Lucky Luciano”, “Cadaveri eccellenti” con Gian Maria Volontè. Seguono “Cristo si è fermato a Eboli” tratto da un racconto di Carlo Levi e “Cronaca di una morte annunciata” da Gabriel Garca Mrquez. E’ regista a teatro con in scena Luca De Filippo in “Napoli milionaria”, “Le voci di dentro”, “Filumena Marturano”. Tra le tante onorificenze spiccano i premi alla carriera con l’Orso d’oro nel 2008 a Berlino e il Leone d’oro nella 69 edizione del Festival del Cinema a Venezia.
Densa di significati la scelta dello spazio per il saluto a Rosi. La sala, simbolo della storia di Napoli e luogo della vita politica della comunit , rimanda al primo successo di Rosi. Essa, ricostruita in un teatro romano per il divieto delle autorit , in “Mani sulla citt ” viene portata in scena per denunciare le collusioni malavitose dei politici di quegli anni dediti per lucro allo scempio urbanistico.
Nei film, le parole sono pietre lanciate contro l’abusivismo del potere, contro gli intrighi, la violenza, il malcostume criminoso, che rimangono però impresse nello spettatore. Sono parole che educano ad essere cittadini vigili della vita politica della propria citt . Sono linguaggio universale. Genio, creativit , conoscenza, immaginazione, analisi della realt , assiduo impegno politico, sregolatezza dell’artista hanno creato opere proiettate nel futuro.

Nelle foto, in alto, Luca De Filippo con l’assessore comunale alla cultura Nino Daniele nel cortile del Maschio Angioino prima della commemorazione. In basso, ancora il figlio di Eduardo tra la figlia di Francesco Rosi, Carolina e il fratello architetto, Massimo. Nell’ultima immagine, sotto, a destra, il regista scomparso

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