Adolescenti bombaroli a Sant’Antimo, minorenni incendiari nel cuore di Napoli. Giornate da cancellare quelle di domenica e lunedì sera quando rispettivamente due ragazzini in provincia hanno fatto esplodere una bomba artigianale davanti alla Caserma che ospita i carabinieri e una banda di minorenni ha sfregiato la secolare chiesa di Sant’Eligio al Mercato (foto), a pochi passi di Asso.gio.ca (l’associazione di volontariato che da venticinque anni si occupa di minori  a rischio nella zona di piazza Mercato). Atti criminali che suscitano indignazione. E i cittadini non ci stanno.
Addolorato il parroco, padre Donato, perché non è stato colpito solo un monumento ma un luogo di aggregazione, simbolo della comunità, sempre più isolata e vulnerabile, prevaricata da atti di prepotenza che calpestano rispetto, bene comune e senso di appartenenza.
«Sempre più soli»: è anche il grido d’allarme di Wurzburger cui si affianca quello di Antonio Pariante presidente del Comitato Portosalvo (da sempre impegnato per la tutela e la salvaguardia del patrimonio storico monumentale della città di Napoli). 
«L’incendio della notte scorsa – spiegano- è l’ennesima prova che qui è terra di nessuno: un gruppo di ragazzini per “festeggiare” Sant’Antuono ha appiccato il fuoco a tre falò su tre punti diversi della piazza, uno al centro di piazza Mercato incendiando alcuni cassonetti per la raccolta dei rifiuti, un altro sulla facciata laterale della monumentale chiesa di Sant’Eligio (1270) a pochi passi dalla sede Asso. Gio. Ca. e un altro nell’area pedonale di via S. Eligio. Il fuoco ha praticamente bruciato e danneggiato le pareti in tufo della chiesa angioina».
È il momento delle responsabilità e delle strategie da mettere a punto per arginare una situazione di costante pericolo non solo per le persone ma per il patrimonio artistico e storico di una zona partenopea spesso trascurata anche dalle forze dell’ordine.
«Chiediamo da tempo alla Prefettura – sottolineano Wurzburger e Pariante – che venga realizzato un sistema di videosorveglianza: qui è terra di nessuno. Il lavoro che quotidianamente svolgiamo sul territorio per aiutare i ragazzi viene reso vano se non accompagnato da controllo e sicurezza. L’incendio nella zona pedonale, tra  l’altro, è stato pericoloso per chiunque transitava nell’area». 
Da sempre l’associazione, insieme al Comitato Portosalvo, si impegna per la riapertura di Sant’Agostino alla Zecca: la chiesa che fu incendiata anche in quel caso , dopo un falò di Sant’Antonio, e mai più restituita alla città. 
Ecco perché questa volta l’appello è ancora più forte: si chiede di dare vita a un tavolo permanente per piazza Mercato e dintorni che metta insieme tutte le istituzioni per la sicurezza dell’area. Una proposta che viene da Wurzburger in questa occasione ma anche, nel tempo, da tutte le associazioni e consorzi ramificati sul territorio, impegnati nel dare visibilità a tutte le potenzialità del luogo.
In prima linea, in questa direzione, il consorzio Antiche botteghe tessili guidato da Claudio Pellone e quello dell’Antico Borgo orefici capitanato da Roberto de Laurentiis che da anni agiscono nel quartiere per combattere degrado e abbandono. E che, per costruire speranza e futuro, hanno creato una rete sul territorio con altre realtà presenti.
L’obiettivo è quello di valorizzare Piazza Mercato, promuovendo cultura, formazione e nuovi progetti. Per farne emergere l’antica vocazione commerciale e imprenditoriale. Tenaci e resistenti, insieme. Spronando la nuova amministrazione a istituire al più presto un tavolo sulla sicurezza in modo da non rendere vani gli forzi e l’impegno della cittadinanza. Che crede davvero nella possibilità di un cambiamento.


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