Porta Capuana/ Lanificio digitale: New Fluxus, giovani artisti si confrontano con il futuro. Così l’innovazione fa rinascere il territorio

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Nelle foto, protagonisti del New Fluxus

New Fluxus al Lanificio digitale di Porta Capuana. Da venerdì 10 a domenica 12 maggio spazio ai nuovi linguaggi d’arte contemporanea con il collettivo di artisti NFTCC (NFT Community Conference): oltre 100 giovani artisti coinvolti nella creazione di esperienze interattive realizzate grazie alle nuove tecnologie, si confronteranno su tematiche politiche, sociali e della rivoluzione digitale nel mondo dell’arte.
Una tre giorni di arte performativa, AI Art e Cryptoart con spettacoli audio-visivi, talk e workshop tra videoproiezioni, installazioni, cubi catodici, opere fisiche e digitali. Un’esperienza immersiva unica nel suo genere, in cui il pubblico sarà coinvolto attivamente nella creazione e nell’interpretazione dell’arte digitale.
New Fluxus* nasce da un’idea della direttrice artistica del Lanificio gigitale, Simona Zamparelli, grazie alla virtuosa partnership con il collettivo di artisti visionari e creatori di nuove tendenze NFTCC, fondato dall’artista Luca Martinelli (alias Vandalo Ruins).
Un’occasione per lanciare l’ambizioso progetto di rigenerazione urbana per la creazione di un Open innovation & cultural hub, che verrà presentato domani sabato 11 maggio alle 11 durante nel talk “Sguardo verso il futuro: innovazione per il territorio” al Lanificio 25 -.
Obiettivo: creare a Porta Capuana, nel pieno centro storico di Napoli, un hub culturale e delle nuove tecnologia di oltre 900 mq, all’interno dell’ex Lanificio borbonico (dove sono già presenti altre realtà che promuovono iniziative sociali e culturali), che diventi punto di riferimento del territorio.
Chiude la 3 giorni una performance live al Made in Cloister con l’artista del collettivo Ivona Tauhttps://ivonatau.com/bio) che interagirà attraverso l’intelligenza artificiale, con le opere fisiche della mostra Interaction  attualmente in corso al Chiostro.
Il nome New Fluxus è ispirato al “Fluxus” degli anni ‘50- ’70 (un network internazionale di artisti, compositori che lavoravano mescolando media e discipline differenti): il concetto è quello di “di fare arte” con nuove espressioni e/o provocazioni. I suoni e le performance artistiche pongono gli spettatori al centro coinvolgendoli nello spazio come opera.


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