Uno dei più antichi luoghi di culto della citt  viene restituito ai napoletani. Domenica 21 dicembre, alle 18.00, il cardinale Crescenzio Sepe officer  una messa per celebrare la riapertura della Basilica di San Gennaro fuori le mura (via San Gennaro dei poveri n. 23). La Basilica si erge nel centro storico di Napoli, nel rione Sanit , all’interno dell’ospedale di San Gennaro dei Poveri.
tra le chiese napoletane più interessanti dal punto di vista storico e artistico, esempio importante di architettura paleocristiana. L’edificio fu costruito nei pressi delle Catacombe di San Gennaro nel V secolo, su quella che in epoca greco-romana era la più grande zona cimiteriale della citt . Il cimitero si trovava all’esterno delle mura dell’antica Neapolis, poich secondo la consuetudine i defunti, per motivi sanitari, non potevano essere seppelliti all’interno del centro abitato.
La chiesa di San Gennaro extra moenia è situata proprio al culmine dell’antica struttura sepolcrale del vallone della Sanit  i cimiteri extra moenia che costellavano la zona testimoniavano la vita d’emarginazione e di difficolt  che veniva vissuta dal popolo napoletano. Pesti ed epidemie mietevano vittime innumerevoli e la zona divenne un lazzaretto a cielo aperto. Nel corso dei secoli la chiesa ha avuto vicissitudini simili a quelle della citt  a lunghi periodi di abbandono e incuria si sono alternati piccoli interventi di restauro e manutenzione.
L’associazione “altra Napoli”, nell’ambito di un più generale progetto di riqualificazione del rione Sanit , si è impegnata per il raggiungimento di questo importante obiettivo che ha un significato artistico oltre che religioso. In occasione dell’evento, l’artista napoletana Annamaria Bova doner  alla chiesa due opere da lei realizzate.

La prima si intitola “Golgota”, una composizione in lamine di ferro su supporto ligneo a forma di tronco di cono, in cui l’autrice “usa una trasposizione simbologica del luogo del compimento del sacrificio di Cristo”, spiega Filomena Maria Sardella nella presentazione dell’opera. E aggiunge “il monte Golgota diventa un cono ruotante su se stesso, un’area scevra da alcun contesto terreno e pervasa da un silenzio incombente. Il mistero è rappresentato iconograficamente dal segno delle croci lignee sull’area sferica superiore. La parete conica e liscia non permette alcuna risalita ed esprime il senso della morte di Cristo, al di sopra di ogni umana comprensione”.
Nell’opera “Crocefisso”, invece, l’artista “evoca un antico percorso dell’estetica diffusa nei crocefissi medievali” e rielabora iconograficamente “l’essenza più arcaica della rappresentazione, mostrando il dissolversi dell’umana carne e il trapasso tra il terreno e l’immenso spazio intriso di luce eterna”.
Due lavori di grande impatto visivo, per l’essenzialit  delle forme e dei materiali utilizzati dall’artista sorprende che l’arte contemporanea riesca a trovare una naturale collocazione in un luogo di culto cos antico. Il percorso artistico di Annamaria Bova è caratterizzato da un profondo sentimento di misticismo e spiritualit  che trova piena espressione all’interno della Basilica di San Gennaro fuori le mura. La riapertura della chiesa offrir  ai visitatori l’occasione di ammirare il contributo di un’importante artista napoletana a uno dei luoghi storici della sua citt .

Nell’immagine in alto, Golgota; sotto, il Crocefisso

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