Romanzo/ “Il passo leggero dell’elefante”: Daniele Torrisi racconta la solitudine di Nicholas, grasso a 25 anni. In un mondo che gli sbatte le porte in faccia

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Nicholas ha venticinque anni, non ha mai avuto una ragazza e non è mai stato innamorato. Complice della sua condizione è il suo aspetto fisico. Egli è affetto da una grave condizione di obesità. Da qui una serie di eventi che lo condurranno a una rinascita corporea e spirituale, fino al ritrovamento del sentimento più nobile del mondo: l’amore.
Il testo di Torrisi tra le varie tematiche affronta un concetto di fatto molto moderno: se nel corso degli ultimi anni la body positivity era sulla cresta dell’onda, negli ultimi tempi, la moda sembra in qualche maniera sempre meno inclusiva verso taglie ed esigenze diverse.
Il protagonista del testo non trova abiti che gli piacciono nei negozi “normali” e finisce per acquistare i soliti jeans e le solite maglie in negozi per taglie forti. Nicholas ammette che il suo acquisto non vira mai verso ciò che gli piace di più, ma ciò che arriva a stargli per quanto riguarda le sue misure. Da qui si evince una grave problematica, che di fatto, sottolinea di come la moda non abbracci le diversità, e che molto spesso riesca a mettere a disagio persone considerate “diverse”, ma che di fatto hanno semplicemente esigenze differenti.
L’inclusività mancata diviene quindi la bandiera iconica verso un mondo che non diviene a prova di tutti, e che abbraccia solo chi tende ad omologarsi in misure, numeri e forme tutte banalmente uguali.
Il problema della grassofobia, viene raccontato in maniera esaustiva. Il protagonista, più volte, si chiede infatti se le persone che gli stanno accanto non provino vergogna nel farlo.
O ancora, Nicholas evita di fare la doccia in palestra o di mangiare davanti agli altri, per paura di ritorsioni o parole al veleno. Tutto ciò riflette una problematica vasta, in cui si evince che molto spesso il disagio della persona obesa non nasce in maniera spontanea, ma si riflette e viene messo al mondo dalla paura degli altri di vedere qualcosa che non si incaselli nel perfetto concetto di bellezza classica. L’angoscia del protagonista si riflette in molte delle sue azioni e scelte, e in un’autostima che di fatto sembra non esserci affatto.
Alla base, Il passo leggero dell’elefante di Daniele Torrisi sembra gridare a gran voce, insieme al protagonista il desiderio di vivere e condurre una “vita normale”. Il concetto di normalità si scontra in maniera feroce con lo sguardo altrui, con le negazioni personali, con le porte in faccia.
La normalità non riesce a snodarsi, non riesce a imbandirsi da sola sul tavolo della vita. Essa svia e non trova ristoro, nascondendosi dietro quei kg in più che spingono la persona obesa a rinchiudersi in una gabbia buia dove solo il “comfort food” riesce a dare una giusta ragione di vita.
Il testo è scritto con un linguaggio scorrevole capace di avvicinare alla lettura persone di tutte le età. Le tematiche affrontate di fatto sembrano abbracciare una grossa fetta di pubblico, risultando un testo narrativo capace di intrattenere e soprattutto dare una grande lezione: non solo siamo tutti uguali dinanzi all’amore, ma che il cambiamento deve avvenire per sé stessi e successivamente per chi ci sta intorno. (Miriana Kuntz)

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