Che cosa legge un’autrice? Lo abbiamo chiesto a Maria Carla Rubinacci, milanese di nascita, napoletana d’adozione.
Mercoled 8 agosto, alle 19.00, all’Hotel La Palma di Capri – in via Vittorio Emanuele- 39, la scrittrice presenta il suo romanzo al femminile, “La bambola sulla sedia” (Statale 11 Editrice, pagg. 140, euro 12), intervistata da Maurizio Vitiello in un evento curato da Monica Florio.

Il libro che porter  in vacanza…
– “Nessuno si salva da solo” di Margaret Mazzantini che ho gi  con me in valigia. Presa dalla stesura del mio quarto romanzo l’ho interrotto ma conto di riprendere a leggerlo perch ammiro molto la Mazzantini, un punto di riferimento per la sua capacit  di scandagliare l’animo umano.
Quello che più ha acceso la sua fantasia…
Ho letto tutti i libri di Sveva Casati Modignani, una scrittrice attenta agli aspetti caleidoscopici della personalit  femminile, di cui ho apprezzato un classico come “Disperatamente Giulia”. Anche io prediligo il Pianeta Donna che indago nelle sue molteplici sfaccettature.
Quello che non vorrebbe più leggere…
Non si elimina mai un libro dalla propria biblioteca, sarebbe una mancanza di rispetto per chi l’ha scritto. Per questo motivo non ho ancora riordinato i volumi che affollano la mia libreria.
Non butterei i libri umoristici perch non li compro. Invece, mi appassionano le storie sentimentali, ricche di introspezione psicologica e in grado di riflettere la realt  di tutti i giorni, anche quella più “scomoda” di cui per pudore o ipocrisia si preferirebbe non parlare.
Quello che non ha mai smesso di sfogliare…
Non riesco a mettere da parte “L’ombra del vento” di Zafon considero davvero suggestiva la storia di un libro che influisce sulla vita di un uomo.
Quello che vorrebbe scrivere… Al momento non saprei. Fino ad ora sono state le storie stesse a cercarmi, seducendomi con un suono, un’immagine, una parola sentita. Resto dunque in attesa di un nuovo incontro.
Un consiglio a chi legge,,,
Ai lettori suggerisco di avere sempre rispetto della parola stampata perch un testo è l’espressione di un impegno, di uno stato emotivo. Chi legge dovrebbe immedesimarsi nel protagonista per provare il fascino di esserlo lui stesso.
E uno a chi scrive…
A chi scrive consiglio di essere curioso verso il mondo e la gente “in toto” per condividerne i pensieri e le emozioni. Altrimenti la scrittura cade nella trappola dell’autoreferenzialit .

Nella foto, l’autrice

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