C’è sempre qualcosa che non va nelle verità divulgate dai luoghi comuni. La superficialità è un’amica ipocrita che le accompagna. Poi, invece, arriva la realtà che li manda a gambe all’aria, perché è sostenuta da episodi inconfutabili, sotto gli occhi di tutti.
Il luogo comune che da anni è stato alimentato in Italia da chi forse non aveva le competenze, pur avendone le funzioni, di smantellarlo è quello che la cultura sia per pochi addetti. Niente di più falso: lo dimostrano le file ai musei a Napoli in questo weekend, e pure in altre occasioni. Da quando i vaccini sono riusciti a tenere a bada il Covid, la voglia di entrare nei luoghi della bellezza è esplosa insieme alla sete di conoscenza. E l’arte è diventata per il pubblico una compagna amatissima.
Eppure l’arte non solo riempie occhi e cuore di emozioni, ma insegna anche il senso civico, la solidarietà, il cambiamento di prospettiva dall’io al noi.
Lo confermano esperienze come quelle realizzate da anni ormai grazie all’associazione culturale étant donnés guidata all’artista Luigi Filadoro che, con pazienza e passione, si dedica da tempo al progetto Bambini e musei. Cittadini a regola d’arte: un strumento di formazione per le scuole che trasforma i musei in aule dove bambine e bambini si confrontano con capolavori e li reinterpretano, imparando a lavorare insieme e anche a capire quanto sia importante preservarli dall’usura del tempo e dall’incuria umana.
Un altra importante tappa di questa iniziativa si è svolta stamattina nel complesso di monumentale di San Domenico Maggiore a Napoli con il convegno sul tema “Arte e patrimonio. Politiche educative per costruire responsabilità sociale e cittadinanza”, cui, oltre a Filadoro che ha coordinato l’incontro, hanno partecipato Ettore Acerra (direttore generale ufficio scolastico della Campania), Marina Imperato (dirigente scolastica distaccata al Ministero dell’istruzione) e Valter Luca De Bartolomeis che dirige l’Istituto ad indirizzo raro Caselli-De Sanctis, la Real Fabbrica di Capodimonte e il Mdi (museo Didattico della Ceramica e della Porcellana, e da settembre 2021 pure il liceo artistico statale di Napoli (al Largo Santi Apostoli).
E proprio le allieve e gli allievi di questo istituto superiore, durante la mattinata, sono state/i protagoniste/i della performance “Revers” ispirata a un testo dell’artista Tomaso Binga (pseudonimo al maschile di Bianca Menna) con il coordinamento del docente Michelangelo Riemma. Dove la pace, bella addormentata, viene risvegliata proprio dalle donne: le ragazze strappano dal proprio volto maschera e velo e lo gettano a terra scrivendo su uno specchio, con un pennarello, il loro nome, rivendicando così l’identità femminile.

La rappresentazione dedicata all’autrice salernitana e la conversazione intorno alla necessità di educare all’arte per educare alla vita anche nelle scuole che non sono a indirizzo artistico chiudono la seconda edizione della mostra “Bambini e Musei. Cittadini a regola d’arte” laboratorio itinerante e in divenire che sarà poi presentata alla Fondazione Real Sito di Carditello, a Roma e a Bologna.
Tante le scolaresche coinvolte che hanno lasciato tracce colorate e bellissime, omaggio al contemporaneo, per un mese circa nelle sale dell’antico sito partenopeo. Tra cui barchette origami con fogli trasparenti, installazione felice di una creatività destinata a crescere. Chi impara ad amare ciò che è bello riuscirà anche a sviluppare rispetto per l’ambiente, costruendo un futuro migliore.
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Nelle foto, le barchette e la performance dedicata a Tomaso Binga





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