Il Costruttore di illusioni. L’architetto Mario Scippa, appartenente alla terza generazione di antiquari napoletani (Antichit  Scippa), con questo titolo lascia capire l’uso intelligente e creativo dello strumento virtuale più conosciuto e “praticato” al mondo facebook.
Ha inteso riversare l le sue idee e probabilmente proprio lo strumento virtuale per eccellenza ha ispirato la sua “fabbrica” ideale, fatta di piccoli scrigni rappresentati da una scrittura trasparente, luminosa, a tratti solitaria. Un viaggio dentro e fuori di s.
“Il mito della medusa, l’ingresso alla mensa dei poveri alle ore 12.00, un vecchio cinema di quartiere nel centro antico di Napoli, una citt  che vive all’ombra di un vulcano, la speranza e la solitudine di una vecchia donna di fede, gli occhi neri di un bambino in un campo rom, l’esile figura di una giovane prostituta illuminata dai fari di un’auto, il sogno di un soldato e quello di un cane che sogna di essere abbandonato, la cattiveria di una chiromante che divora i sogni e la speranza di chi è di animo debole, la solitudine tra la folla, quella di uno schiavo, quella di una diva, quella di una prostituta africana e di una donna, che subisce violenza dal suo uomo, e la richiesta di aiuto, disperata, di un uomo di mare rapito dai pirati”. Sono i temi di questo primo blocco di venti scritti.
Lo schema scelto da Scippa è molto semplice. Lancia una parola è raccoglie ogni sfumatura suggerita dai suoi “amici” virtuali. Ne arricchisce il contenuto, lo affina e gli da una dimensione definitiva. Leggendo gli scritti non sfugge la musicalit  e l’armonia non solo della forma, ma anche dei contenuti. Un viaggio introspettivo compartecipato sul network.
Un uso intelligente e flessibile di quel contenitore sociale “attraversato” da milioni di uomini e donne, che spesso è foriero di azioni anticipatorie o di confessioni postume dei viaggiatori.
Nel caso di Mario Scippa, invece, nasce una nuova modalit  di pensiero pubblico, un nuovo approccio alla lettura. Un libro a tratti “tormentato” proprio dalla virtualit  che soppianta quel vecchio caro “arnese” posato sul comodino che accompagna il sonno. Ma in questo caso la modernit  coglie una finalit  non regressiva, mantiene inalterato il rapporto con una passione che dovrebbe essere di tutti la lettura.

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