Da Portici a Santa Chiara, passando per Brick Lane. Potrebbe riassumersi cos il percorso di Maria Guida, creativa campana di trentuno anni, fashion designer votata al recupero di abiti usati e scampoli di tessuti di varia foggia. Ogni capo, ridisegnato e riassemblato, arricchito di stoffe preziose di diversa origine, è un pezzo unico, in bella mostra nella boutique-laboratorio, inaugurata lo scorso dicembre in via Santa Chiara.

La ripida stradina che costeggia il trecentesco monastero è un susseguirsi di piccole e invitanti botteghe c’è l’antiquario con pochi fronzoli che restaura arredi del Novecento, il laboratorio di lavorazione di pietre dure e quello dove si assemblano maschere artigianali. Una strada dimenticata dal passaggio dei turisti, ma ricca di creativit  e indirizzi da scoprire. Qui Maria ha deciso di rimettere in sesto una piccola bottega, illuminandola di pareti colorate e mobili di seconda mano che ora accolgono le sue creazioni.
Dopo studi di fashion design all’Istituto Superiore di Design di Napoli, è partita verso Milano per approfondire la sua specializzazione con un master. Poi è tornata nella sua terra, sperimentando il lavoro nelle aziende di settore di cui ricorda “è stato deprimente dover lavorare seguendo schemi chiusi, addirittura mi è stato chiesto di copiare. Cos muore la creativit  e muore il made in Italy, tanto più che anche i fashonisti, che nella nostra zona erano tanti, vengono sostituiti con l’esternalizzazione, si produce in Cina, in Pakistan”.

La passione per la moda e la curiosit , spingono Maria a girare e a cercare ispirazione altrove, nei mercatini di Berlino e di Londra, dove fa spesso tappa a Brick Lane. I suoi indirizzi di riferimento sono anche a Ercolano, zona Resina trova modelli, tessuti, stili che mescola nel suo laboratorio, “non mi ispiro a uno stilista o a un’epoca in particolare, metto il capo sul manichino e poi comincio a giocare con gli accostamenti”. Ad aiutarla, alcune sarte a cottimo, con cui, dice “è fondamentale stabilire un feeling, stare sulla stessa lunghezza d’onda. Tra loro, la migliore, è una giovane donna rumena, abile e puntuale, più delle colleghe napoletane”.

Si chiama moda etica, ed è votata al riuso e alla rivalorizzazione dei capi di seconda mano, da Roma in su è molto diffusa, a Napoli ci sta pensando Maria. Nella piccola boutique si trovano scarpe a circa 30 euro, gonne circa 40 euro, tutto lavorato a mano e spesso su misura.

Nelle foto, due capi d’abbigliamento firmati Second Trend

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