A tutti coloro che vivono in un condominio è capitato di non tollerare quel particolare vicino che magari tiene spesso la musica troppo alta, o che lascia abbaiare il suo cane anche alle tre di notte, o che non saluta mai ed è sempre scontroso.
Il condominio in cui Toni Brunetti ambienta il thriller “Quello che sembra” (www.eclissieditrice.com) è abitato da persone simili ma c’è anche qualcosa in più: alcuni dei vicini non sono affatto quello che sembrano, e nascondono dei segreti inconfessabili. L’autore si concentra sul rapporto tra un gruppo di vicini per riflettere sulle apparenze, sulla necessità di essere altro da sé, sul bisogno di recitare una parte per potersi conformare.
Il condominio sito in via Agamennone diviene quasi un palcoscenico in cui i vari attori/inquilini mettono in scena i loro inganni, indossando maschere e travestimenti; in questo thriller non è però facile individuare chi occulta la sua vera natura per semplice spirito di sopravvivenza e chi invece lo fa per compiere azioni controverse.
Il romanzo è narrato in prima persona da tre uomini, i protagonisti di questo dramma in cui, tra furti, menzogne e violenze, avviene anche il rapimento di una ragazzina innocente, che diventa il capro espiatorio di qualcuno che ha bisogno ogni tanto di far emergere il vero sé: purtroppo, però, il suo lato più autentico coincide con una natura bestiale.
Il primo narratore degli eventi è il cinquantenne Gerardo, il portinaio del condominio; ex galeotto, dipendente dal gioco d’azzardo, bugiardo e manipolatore, ha perso una grossa somma a poker e deve trovare in fretta un modo per racimolare denaro: la soluzione ai suoi problemi presupporrà un crimine, che avverrà all’interno dello stabile.
Il secondo narratore degli eventi è il quarantenne Libero, uno degli inquilini del palazzo: un uomo benestante, con problemi relazionali e uno strano vizio, che soddisfa all’interno delle mura della sua abitazione, violando la privacy degli altri inquilini.
L’ultimo narratore è Mauro, il più giovane degli altri essendo uno studente universitario, il più ambiguo dei tre. Gerardo ha comunque un passato criminale, Libero è valutato come strano e inquietante da tutti i vicini ma Mauro, invece, è considerato un ragazzo perbene, e di buona famiglia. E
Quest’ultimo, però, ha saputo nascondere più degli altri il suo lato oscuro: Mauro vuole operare una vera e propria trasformazione, e per farlo non gli basta il cerone, né un costume.
Toni Brunetti presenta un thriller profondo e introspettivo, che quando si chiudono le luci in scena e si abbassa il sipario lascia l’amaro in bocca, e molto su cui riflettere. (Attilio Marini)

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