Occhialini, cappellino severo, ventaglio, abito scuro, lungo fino ai piedi. Seduta in un interno abitato solo da donne, scruta una ragazza nuda davanti a lei. I capelli bianchi le assegnano il compito di esaminare la nuova venuta che, un po’ imbarazzata, a capo chino cerca protezione, appoggiandosi con la mano destra al soprabito indossato da una giovane donna. L’anziana ha le sembianze di Concetta, religiosissima e austera zia di Gennaro Villani, che, da artista l’ha inserita in un’opera dal titolo imbarazzante, “La tratta delle bianche”. Incurante delle reazioni della pia signora per nulla soddisfatta di trovarsi raffigurata in una casa dell’eros a pagamento.
MEMORIE. Elisabetta, più familiarmente Ena, racconta l’aneddoto che riguarda suo padre, insieme alla figlia Fatima, affascinata da quella raffigurazione del nonno gi  quando, piccolina, ascolta la storia di quel quadro, compenetrandosi nella giovane sottoposta a minuzioso esame.

Nonostante l’abbia segnalata, all’esposizione permanente di Castel Sant’Elmo sul novecento napoletano è andato il notturno “Moulin rouge” dipinto nel 1914, rappresentando quel preciso arco di tempo nel museo (in progress) appena nato. Negato a Villani altro spazio, pur se ne sarebbe valsa la pena, per rendergli finalmente giustizia, mostrandolo ai visitatori non esclusivamente come autore di paesaggi, ma anche in qualit  di profondo interprete dell’attualit  tale da affrontare, gi  nel 1907 la piaga (mai sanata) degli infortuni sul lavoro nella drammatica intensit  di un minatore ferito.

Studente (riservato e schivo) di Michele Cammarano, che all’inizio del Novecento insegna pittura di paesi e animali all’Accademia di belle arti a Napoli, rivela subito doti notevoli maturate in seguito nella capacit  dell’estro improvviso, abbinata alla profondit  della riflessione. Ne elogia la sintesi l’amico giornalista e drammaturgo Roberto Bracco che, nel 1942, raccoglie parole di sincera ammirazione affidate ai lettori, successivamente, in versione autografa, nella documentata monografia di Luisa Martorelli (pubblicata nel 1986), sottolineandone l’originalit  dello stile in ogni tipo di rappresentazione, dalla natura ai soggetti più diversi, grazie a un tocco delicato e incisivo, premiato dal pubblico con infinito amore, nel corso del tempo, fino a oggi.

VENTI DI PASSIONE. Ritemprato dal soffio dei platani che ancora ossigenano Capodichino, Gennaro vi abita con la famiglia, prima di lasciare il domicilio paterno di via Cesare Rosaroll, all’epoca strada di artisti, dove, al piano di sopra c’è il suo studio frequentato da collezionisti, tanto importanti da fargli lasciare a met  una porzione di pasta e fagioli, non abbastanza rilevanti, tuttavia, da impedirgli di piantarli per pochi minuti, giusto il tempo di scendere e raccomandare ai familiari di tenere il piatto in caldo, per poterlo terminare dopo essersi liberato dall’impegno. Cos è Villani. Spontaneo e colto. Attento ai fermenti del tempo. Il suo passo si allunga, più volte, fino a Parigi, tra il 1912 e il’15. Lo testimoniano originali scorci della capitale francese.

Passionale, gelosissimo della moglie, Elisa Miele, di quindici anni più giovane. La conosce e se ne innamora (qualche anno prima della seconda guerra mondiale) quando lei prende lezione di pittura da lui in compagnia di altri due giovani allievi, Mario Cortiello e Mario Vittorio.

STORIA DI MAMMA. Elisa è bella, ama il disegno, ha una forte inclinazione letteraria che i professori premiano con un dieci al tema scritto all’esame di maturit , alle magistrali, dove è stata dirottata da pap  Michele, vigile, possessivo e protettivo al punto da vietarle persino di parlare con un ragazzo e di frequentare istituti d’arte. Primogenita tra dieci, aiuta mamma Ermelinda a tirare su i fratelli, ma l’atmosfera è talmente soffocante che alla fine prova a scansarla, rifugiandosi a casa di parenti in Lucania, dedicandosi all’insegnamento elementare. Finch, dopo aver scartato corteggiatori scialbi e inadeguati alla sua spiccata personalit , non si lascia affascinare dal carisma del maestro. Il matrimonio ondeggia nel contrasto tra due caratteri forti e determinati. Elisa continua a sentirsi mortificata nella sua identit  d’artista come lo è stata (adolescente) dall’autorit  paterna.

VOGLIA DI RICORDI. Tenerezza e nostalgia nella voce di Ena quando la memoria affonda nel passato e torna ai giorni d’infanzia e alle perturbazioni familiari. Lei, bambina di sei anni, resta con il padre mentre la figura materna si allontana. Ma, dopo un periodo di separazione, vicini alla riconciliazione, la vita decide diversamente: la notte di Natale del 48 un attacco di angina interrompe il tragitto terreno dell’artista sessantatreenne e ricongiunge il percorso di Ena e Elisa. Insieme di nuovo, la bambina di appena dieci anni incoraggiata sui sentieri dell’arte dalla giovane mamma che ha dovuto sempre reprimere l’istinto creativo. Eppure, arriva il momento in cui i ruoli si ribaltano. Negli anni ottanta, è la figlia a spingerla verso le colletti            6                  «    oè è á«sptLlibrined dd dpG7e:EèHlèNO» OJe
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ET pMve, facendole superare un’ eccessiva discrezione radicata nella frase ricorrente: “Siamo troppi pittori in famiglia”. Restituendo, cos, al pianeta dell’arte la sensibilit  di suggestivi ritratti.

FEBBRE CREATIVA. La creativit  è un virus tenace, contagioso, inarrestabile. Si espande nelle trasfigurazioni della realt  firmate da Ena, dove il terremoto diventa occasione di un almanacco napoletano con i numeri di quella terribile domenica (23 -11-80) affiancati da una Napoli rappresentata da una regina sontuosa e popolana o dove il Caffè Gambrinus raduna tra i suoi tavolini mondi distanti tra loro, interpretati da Matilde Serao immersa nella lettura del giornale, da una coppia Belle Epoque, dai contestatori anni settanta, dalla generazione dei telefonini e d’internet.

Dal Kenya alla Spagna, al Brasile. Il colore si accende di luce e umanit , tratteggia paesaggi estemporanei, cammina sullo sfondo della torre Eiffel, indugia nella solarit  di una ballerina di flamenco, si ferma nel giardino dell’Accademia di Belle arti. E infiamma il cuore di Fatima e del nipotino dodicenne Raffaele. Anche loro irrimediabilmente contaminati. Nella nuova casa, dove si trasferiranno in autunno, l’arte li aspetta. In una stanza dove la passione non avr  confini….

Per saperne di più
www.enavillani.com

Nelle foto (di Maria Volpe Prignano), Ena Villani con la figlia Fatima e il dipinto “Donna chitarra”

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