Anche quest’anno il Pan (Palazzo delle Arti di Napoli) ha l’onore di ospitare la mostra annuale organizzata dalla fondazione olandese World Press Photo. Questa manifestazione fotografica raccoglie reportage a livello internazionale, ciascuno dei quali ritenuto dalla giuria il migliore nella propria categoria quest’anno 55 i lavori selezionati, a opera di fotografi provenienti da 23 nazionalit  diverse (tra questi, 8 italiani).
Vincitore assoluto di questa edizione è lo scatto della fotografa Jodi Bieber, sudafricana, che ritrae il volto sfigurato di una giovanissima donna afghana (Aisha, 18 anni) maltrattata e deturpata in volto dal marito. La fotografia ha gi  avuto ampia visibilit  sulle più importanti testate giornalistiche di tutto il mondo.
Per l’occasione, l’associazione culturale “Neapolisart” ha organizzato una serie di piacevoli incontri con alcuni dei fotografi vincitori nelle varie categorie, nonch alcuni workshop (in programmazione fino al 23 dicembre).
Le lecture sono aperte al pubblico e chiunque voglia partecipare può consultare il programma degli incontri sul sito www.worldpressphoto.it

La mostra soster  a Napoli fino al 4 gennaio 2012.
IL FENOMENO “COUCH SURFING”

Apre la serie di letture in programma in questi giorni al Pan, il giovane fotografo tedesco Malte Jger che ha sviluppato, nell’arco di un anno, un interessante reportage sull’insolito (ma oramai dilagante) fenomeno del Couch Surfing.
Malte Jager è un fotogiornalista di Berlino che si occupa non solo di reportage e viaggi, ma anche di fotografia ritrattistica. Prima di introdurre il progetto a cui ha lavorato, ci spiega cosa lo abbia spinto a diventare fotografo
“La cosa più affascinante del mestiere del fotografo è avere a disposizione un altro punto di vista, avere uno sguardo che vada oltre l’apparenza, guardare dietro le cose .So che il mondo è pieno di cose brutte e spiacevoli ma a me piace raccontare con le immagini le cose positive della vita quotidiana, quella vera. Nel mio progetto Couch Surfing in the World racchiudo questo mio pensiero, oltre ad usare i miei vari stili”.
Il Couch Surfing, nato 6 anni fa, consiste nell’ospitare persone provenienti da varie parti del mondo nella propria casa ed è oramai diffuso in tutto il mondo (è presente per lo meno un membro della comunit  virtuale di couchsurfing.org in ogni Paese ed ogni giorno sono circa 1500 le persone che si iscrivono). un fenomeno che coinvolge tutte le culture e, fino ad oggi, si contano circa 3 milioni di membri nella rete.
Malte è venuto a conoscenza di questo fenomeno tramite una sua amica di Berlino, gi  navigata “couch surfer”. Anche Malte ha provato ad essere membro della comunit , ma con scarsi risultati (dichiara, ridendo “Nessuno veniva da me!”). Ha cercato, quindi, strade alternative per sviluppare il proprio progetto.
IN GIRO PER IL MONDO
La difficolt  iniziale è stata, per Malte, trovare un modo adeguato per poter raccontare questo fenomeno attraverso la fotografia impresa non facile. Era sicuramente complicato rendere l’idea fotografando unicamente stanze piene di brandine o di gente che dormiva “al bivacco”.
Ha deciso cos di accompagnare di persona i Surfer in giro per il mondo, per fotografare direttamente coloro che fanno Couch Surfing e raccontare cos questa storia da un punto di vista più intimo e sicuramente più coinvolgente. Malte ha contattato diversi membri del network e ha raccontato le storie e le esperienze di ognuno di loro. Scelta brillante, considerando che le short stories raccontate dal reporter trattano le esperienze di un viaggiatore atipico e non di un comune turista.
In totale, ha seguito cinque diversi gruppi di viaggiatori in cinque contesti geografici e culturali estremamente differenti l’uno dall’altro l’Africa, gli Stati Uniti, l’Asia centrale, il Brasile e l’India, per un totale di 51 citt  visitate. Il suo viaggio ha avuto una durata di un anno e mezzo (di cui sei mesi per i soli spostamenti). Lo scopo era anche quello di appurare che tutte ciò che è descritto su couchsurfing.org fosse vero ed andare oltre il confine telematico.
“La mia idea – spiega il giovane fotografo – era anche quella di raccontare le differenti culture e di come queste si rapportano a questo strano fenomeno sociale; scoprire, chiedendolo ai partecipanti, il perch di viaggiare in questo modo”.
VERSO L’AFRICA
Il viaggio parte da Berlino con Amin (primo viaggiatore conosciuto) con una vecchia auto che li ha portati in Africa passando per Francia e Spagna.
Lo scopo di Amin era fare visita alla sua ragazza, che a quell’epoca lavorava come assistente per lo sviluppo economico in Burkina Faso.
Arrivati in Burkina Faso si imbattono in Barnabi, 19anni ” stata un’esperienza davvero interessante – prosegue Malte – poich la famiglia di Barnabi era composta da 15 persone e la loro condizione sociale era la più critica tra quelle che ho avuto modo di osservare durante il mio viaggio. N            6                 è« «    oè  á«sptBLlibonostante vivessero in una casa con spazi vitali ridottissimi, abbiamo trovato grande ospitalit  senza che ci venisse mai chiesto nulla in cambio. Alcuni membri della famiglia erano molto incuriositi dall’automobile con cui Amin ed io stavamo viaggiando,non potendo fare a meno di curiosare al suo interno, “interrogandosi” sugli oggetti per loro più strani, come il frisbee”.
(1.continua)

In foto, il ritratto di Amin. In basso, Malte durante l’incontro e il suo primo itinerario

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