“Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura, ch la diritta via era smarrita.” Tre versi, tre semplici versi che restano immortali, nella storia, che ci fanno pensare ad un mondo antico, quello in cui sono stati scritti, ma la cui eco risuona ancora oggi tra le pareti delle nostre menti, come richiami chiari, rimandi diretti ad una realt  che ci circonda ancora oggi, testimone dell’incertezza del Sommo Poeta che ha smarrito la strada maestra nell’oscura selva delle sue visioni e di quella dell’uomo qualunque di oggi, sempre più perso tra gli inganni e la caduta di valori del mondo in cui vive.
cos che comincia la Divina Commedia, forse la più grande opera mai scritta, da quello che è probabilmente il più grande poeta che sia mai esistito, Dante Alighieri. Scritto, secondo la critica, tra il 1304 ed il 1321, è tra i testi più studiati al mondo, una vera e propria pietra miliare nello sviluppo della lingua italiana e della tradizione culturale del nostro Paese, ma il cui valore non si può definire solo in questi termini, perchè la Commedia ha si contribuito ad unificare Nord e Sud dal punto di vista linguistico, ma ha anche gettato un ponte nel tempo, che la rende ancora oggi un’opera dall’attualit  disarmante.
Ed è stato proprio per questa serie di motivi, per la sua fama, per l’interesse che continuamente suscita negli artisti e negli studiosi di tutto il mondo, perchè è allo stesso tempo specchio di sentimenti intimi, personali, di introspezione profonda e del contesto storico, sociale e culturale, che la Divina Commedia è stata fonte di ispirazione per una grande collettiva proposta da Largo Baracche Project (a cura di Mariano Ipri, Giuseppe Ruffo e Pietro Tatafiore), con la collaborazione del Polo delle scienze umane e sociali della Federico II, dal titolo, appunto, “DIVINA COMMEDIA”, ospitata al Pan di Napoli 8in via dei Mille) fino al 16 luglio.

DEBOLEZZE UMANE
Le tre cantiche che compongono il poema, Inferno, Purgatorio e Paradiso, offrono un racconto che esplora in profondit  l’animo umano, le sue virtù, le sue debolezze, mostrando con cura e dissacrante realt  un ritratto eterogeneo degli uomini e della societ  in cui essi vivono, ieri come oggi. E questi personaggi sono stati lo stimolo creativo a cui gli artisti si sono ispirati per proporre la loro visione del poema che prende vita in un vero e proprio viaggio tra le pagine dantesche, in cui i vari linguaggi espressivi (video installazioni, fotografia, pittura, scultura, musica) riescono a immergerci.
Una vera e propria riscoperta della Divina Commedia in chiave moderna, nella sua straordinaria attualit , attraverso un percorso artistico che, snodandosi per le sale del Pan, tutte allestite ad hoc, ci porter  dall’Inferno al Paradiso partendo dalla “selva oscura”, rappresentata dalle video installazioni di Pasquale Napolitano (“Mondo Cattivo (against us)) e Vincenzo Spagnuolo (Muse), guaderemo l’Acheronte, traghettati dall’oscuro Caronte, rappresentato da Corrado La Mattina con un enorme specchio nero a forma di teschio, in cui si specchia lo scheletro di una barca (opera di forte attualit  gi  dal titolo “Dall’Acheronte a Lampedusa”).
Da l il viaggio prosegue, passando per il Limbo e poi per i cerchi infernali, dove faremo conoscenza con le schiere dei dannati, come i lussuriosi (Blue & Joy “Appunti d’Inferno”) o i golosi (Elio Varuna “Il Girone dei Golosi”) e molti altri, fino ad arrivare nel Purgatorio, inaugurato da Maria Giovanna Ambrosone con il suo “Born in Cecenia and Dead in Russia”, dove una donna vestita di nero si fa testimone della trappola (rappresentata dai fili di Non che la ancorano ad un tappeto rosso) in cui tanti vengono imbrigliati dai fondamentalismi. Infine, giungeremo in Paradiso, dove, con la colonna sonora dell’Ave Maria (parte dell’opera di Salvatore Mauro, appunto “Ave Maria”) concluderemo il nostro viaggio.
VIAGGIO NELL’ARTE

Tanti, tantissimi artisti (oltre ai gi  citati, Krzystof M. Bednarski con Silvio Orlando, Aria Secca, Alessandro Bavari, Arturo Ianniello, Franco Losvizzero, Carla Mura, Elpidio Ziello, Daniela Politelli, Ernesto Tatafiore, Hans-Hermann Koopmann, Anna Konik, HH Lim, Marta Jovanovic, Fabulouskhate, Afterall, Virgina Ryan, Beatrice Scaccia, Girolamo Satulli, Mary Cinque) che cooperando tra loro hanno dato vita a una trama intensa dall’effetto finale fluido e coerente.
Sede ideale, il Pan, per un evento di questo tipo, perfettamente coerente con l’impegno nello sviluppo della citt  e nel suo essere costantemente punto di riferimento per tutti i movimenti culturali di Napoli. Una Napoli, scenario ideale di questo progetto, definita da Croce “un paradiso abitato da diavoli” e dunque perfetta selva oscura in costante tensione, in costante lotta tra virtù e peccato, tra innovazione e immobilit , in cui addentrarsi, in cui vivere, sperando che anche con l’aiuto di un’arte che in questa citt  non manca mai di far sentire la propria voce, la propria voglia di vita, si possa un giorno, presto, uscir “fuori a riveder le stelle”.

      In foto, alcune opere del viaggio artistico nella Divina Commedia al Pan

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