«Se le donne sono educate a cose sublimi producono cose sublimi». Cos parlava, all’inizio del ‘700, Giuseppa Eleonora Barbapiccola, di origine salernitana, con domicilio partenopeo, poetessa, scienziata e traduttrice dal francese dei Principi della filosofia di Cartesio. A sollevare la polvere del tempo dal suo profilo sono i ragazzi del liceo classico napoletano Giambattisto Vico, premiati, pochi giorni fa, alla seconda edizione del concorso di toponomastica femminile “Sulle via della parit ” nella sala del consiglio comunale di via Verdi a Napoli, in attesa di partecipare, con gli altri allievi selezionati, alla premiazione nazionale di Roma, il 26 maggio. Giuseppa, per i ragazzi della IV B, merita di essere ricordata con una strada che porter  il suo nome.

Da due giornaliste, invece, sono stati ispirati gli studenti del liceo Margherita di Savoia e dell’ istituto comprensivo statale Enrico Fermi di Cervino (nel casertano).
Che hanno sceltofirme del quotidiano l’Unit , la partenopea Francesca Spada e la toscana Giuliana Dal Pozzo, da ricordare nelle targhe della citt . La prima, impegnata, nell’immediato secondo dopoguerra, con il «Comitato per la salvezza dei bambini di Napoli» (costituito nel dicembre del 46) a strappare piccole donne e piccoli uomini del Sud a infelicit  e miseria, organizzando treni con destinazione Nord (Modena- Reggio Emilia- Bologna) dove erano pronti ad accoglierli nuove famiglie per accudirli e seguirli nella loro vita bambina. L’altra, scomparsa nel dicembre scorso, redattrice attenta alla discriminazione sociale e alla violenza contro l’universo femminile, fondò, con un gruppo di volontarie, nel 1988 Telefono rosa, associazione in soccorso di madri, mogli, figlie, compagne vittime della “brutalit  familiare”.

Cancellate dalla memoria urbana, le donne riemergono.
Merito di un nuovo equilibrio di genere voluto a Napoli, dopo l’elezione del sindaco de Magistris nel 2011, dall’allora assessore ai beni comuni, Alberto Lucarelli che introduce un cambiamento importante nelle decisioni dei nomi da scegliere per recuperare tracce perdute dell’identit  femminile, dialogando con la cittadinanza e con le scuole. E nel giugno 2013 si insedia la rinnovata commissione consultiva ne fa parte, anche Giuliana Cacciapuoti, docente universitaria e componente di “Toponomastica femminile”, gruppo promosso da studiose, sviluppato in rete «per impostare ricerche, pubblicare dati e fare pressioni su ogni singolo territorio affinch strade, piazze, giardini e luoghi urbani in senso lato, siano dedicati alle donne per compensare l’evidente sessismo che caratterizza l’attuale odonomastica».

Ecco i primi nomi che interrompono la tendenza a omaggiare sante, Vergini o figure del mito e delle leggende popolari.
La patriota e scrittrice Enrichetta Caracciolo (Napoli 182117 marzo 1901), la filosofa tedesca Hannah Arendt (Linden, 14 ottobre 1906 New York, 4 dicembre 1975), la collaboratrice di giustizia siciliana Rita Atria (Partanna, 4 settembre 1974 Roma, 26 luglio 1992) sono le protagoniste di una realt  europea proposte dai ragazzi nel primo concorso organizzato con gli insegnanti, secondo i criteri di selezione stabiliti (napoletane; italiane o straniere; donne di cultura scientifica o letteraria).

In poco meno di un anno, la voce della parit  si è intensificata con trentasei intitolazioni al femminile, rispetto alle dieci maschili.
Nella recente riunione d’aprile con cinque traverse di Barra, indicate finora solo con numeri romani, il presente ha restituito la dignit  del ricordo a una grande architetta e a quattro signore dell’arte. Stefania Filo Speziale (Napoli, 1905- 1988) progettò il primo grattacielo all’ombra del Vesuvio; Maria Palliggiano, pittrice (Napoli, 1933-1969), artista che nella sua breve esistenza non fu meno straordinaria del celebre e ammirato marito, il Maestro Emilio Notte; Rosalba Carriera, (Venezia, 12 gennaio 1673? Venezia, 15 aprile 1757), prima pittrice d’Europa; Giovanna Garzoni (Ascoli Piceno, 1600 ? Roma, 1670), abile ritrattista e disegnatrice; Giulia Lama (Venezia, 1 ottobre 1681 ? Venezia, 7 ottobre 1747) apprezzata per i suoi dipinti solo a partire dal Novecento. Ancora cinque interpreti della verit  storica. Che ormai squarcia il silenzio dei secoli.

LA NAPOLI DI FRANCESCA SPADA
Riceviamo e volentieri pubblichiamo
di sofia96
Il concorso Toponomastica femminile a cui la mia scuola, il Liceo Margherita di Savoia, ha partecipato era finalizzato a riscoprire e valorizzare le presenze femminili nella storia e nella cultura dei territori e intendeva sollecitare attivit  di ricercazione tese a proporre percorsi di genere che riscoprissero tracce dell’attivit  delle donne sul territorio di riferimento della scuola.
La ricerca era incentrata su figure di donne che avessero dato un significativo contributo alla vita sociale e culturale della citt  e della Nazione.
L’ indagine è stata condotta su fonti letterarie (Ermanno Rea, Mistero napo            6                 è« «    oè  á«sptBLlibrineBlinkBBd dBd d«BpGBB«7Be«BEBBèMODEBHlèNOèBB» OJBe
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BB»EWHEREUSINGB B B»RLIKERESETBeNULLBSHAREBSLAVErBPSIGNMIDptkoi8uBBBBRTRIMeROWS pBtxxïïxxxxxxxxxxxxx xxxxxxxxxletano ed Ermanno Rea, La comunista), cinematografiche (Mario Martone, Morte di un matematico napoletano e Mario Martone, La salita), storico sociali ( Giulia Buffardi, Quel treno lungo lungo).

La nostra proposta di nuova intitolazione del passaggio Angiporto Galleria a Francesca Spada si configura come ringraziamento dei napoletani, certamente tardivo, ad una straordinaria protagonista della storia civile e culturale della citt .

L’impegno nell’ambito del Comitato per la salvezza dei bambini di Napoli (1946 47), la passione per la musica, l’intensa attivit  giornalistica presso la redazione de L’Unit , l’impegno politico nel progetto di ricostruzione dell’Italia democratica documentano, significativamente, il ruolo delle donne nella storia del Mezzogiorno.

La scelta dell’Angiporto Galleria assume un valore simbolico per l’analogia tra la specifica connotazione del passaggio (posto in una zona centralissima della citt  tra il San Carlo, la Galleria Umberto I e via Toledo e paradossalmente celato alla vista dei passanti) e la storia di Francesca Spada, personaggio pubblico, a lungo dimenticato o rimosso per moralismo e timore.

Dalla lettura dei testi e dalla visione dei film siamo poi partite alla (ri)scoperta della citt , esplorata con sguardi incrociati (storici, artistici, sociali), da Montesanto dove è ubicata la scuola (presidio culturale e civile del territorio) ai Camaldoli (rifugio e tomba per Francesca Spada), dall’Albergo dei Poveri (quartier generale del Comitato per la salvezza dei bambini di Napoli) all’Angiporto Galleria.
Ultime tappa della ricerca, l’Emeroteca “Matilde Serao” della Biblioteca Nazionale di Napoli e l’archivio dell’ Istituto Campano per la Storia della Resistenza “Vera Lombardi”, luoghi simbolici per la formazione delle future generazioni di cittadine e cittadini, per singolare coincidenza intitolati a due protagoniste della vita di Napoli. Il progetto ci ha coinvolto emotivamente e profondamente poich è stato emozionante sentirsi protagoniste di una cos forte azione ridare valore e visibilit  ad un personaggio storico che ha contribuito a salvare la vita di tantissimi bambini napoletani.

Nelle foto, tre esempi di toponomastica femminile a Napoli e le targhe offerte agli studenti premiati da Simona Molisso, presidente della consulta delle elette del Comune di Napoli

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