La principessa dell’arte, Argentina Verderame, racconta al nostro portale la sua esperienza di amore e passione per l’arte.
Manifesta sin da bambina di questo suo impulso creativo. “Dipingo da che ho memoria, sin da piccina mal tolleravo la persistenza di fogli bianchi, avevo un bisogno incessante di macchiare con i colori la carta”.

Segue gli studi superiori all’Istituto d’arte di Napoli e successivamente, secondo un percorso linearmente definito, prosegue la sua formazione culturale all’Accademia di belle arti di Napoli entusiasmandosi per il corso di discipline pittoriche guidato da Carmine di Ruggiero. Nel 1997, anno di chiusura degli studi accademici, ha luogo la sua prima mostra personale dal titolo “Eros illuminato” nella sala del Lazzaretto. In concomitanza con l’inaugurazione della mostra Argentina esegue la sua prima performance, “Atmosfere erotiche del 700″, nell’appartamento di un suo amico fraterno, a Palazzo Spinelli. Da una esibizione nata con scopi ludici prima che artistici nasce il giorno dopo una recensione sul Mattino che annuncia la nascita dell'”Anti Betty B”.
LA SVOLTA
“Il 1997 fu un anno determinante per la mia vita ma allora ne ero assolutamente inconsapevole”. Nel 1998 la Verderame, su consiglio del critico d’arte Angelo Calabrese si reca nella Chiesa di Santa Maria Maggiore, allora di recente apertura, e adibita anche a spazio per esposizioni d’art. “In quel luogo magico ebbi una illuminazione; attraversando le sue scale e ponendomi al centro di quel recinto sacro tutte le cose intorno a me si rivestirono di bianco. Nei giorni successivi alla visione decisi di creare un enviroment in Chiesa con velo di tulle”.
L’INCONTRO

Inizia il peregrinare di Argentina alla ricerca del tulle, lungo, immacolato e prezioso. Dopo svariati tentati di recuperare il costoso materiale in qualche atelier della “via delle spose”(zona Duomo a Napoli) ottiene un appuntamento con lo stilista Gianni Molaro, nel guinness dei primati come autore dell’abito più lungo del mondo. Racconta allo stilista il desiderio di realizzare una installazione particolare per la quale occorrono svariati metri di tulle, troppo cari per le sue tasche; Gianni Molaro, toccato dal progetto ambizioso o quanto meno insolito, decide di donarle circa 400 metri di tulle splendidamente orlato a mano, uno dei veli da sposa più lunghi del mondo, suo personale recordi. “Alla vista del velo l’emozione mi invaee, per la lunghezza ma soprattutto per l’orlo prezioso che lo incorniciava. Lo portai a casa, lo srotolai…era lunghissimo!! Decisi di non tagliarlo”.
IL TOUR

A quel punto l’idea iniziale di addobbare con differenti strisce di tulle la chiesa di S. Maria Maggiore sfuma. Il velo cambia completamente destinazione. Inizia il giro di Argentina Verderame per il mondo in compagnia del suo velo da sposa, un progetto di arte e di vita portato condotto con amore e con la fatica di ingenti spese per gli spostamenti e i continui distacchi dgli affetti. “Incredibile l’esperienza che mi ha portato questo velo. Mi ha dato la possibilit  di raccontare una storia, di essere un po’ sposa del mondo che apre i cuori delle persone. E, per una sorta di mistero cabalistico, da quando viaggio a seguito del velo, mi si spalancano le porte”.
MECENATE

In occasione di una mostra a San Potito Sannitico, presso i Conti Filangieri, a Quercete, Argentina conosce il principe Francesco Amoroso D’Aragona, rettore della favolosa accademia di Santa Teodora Imperatrice, presente in quella occasione come ospite d’onore. “Ho sempre sognato di conoscere un principe, davvero non speravo sarebbe accaduto nella realt  e che questa persona sarebbe diventato il mio mecenate per cinque anni, fino alla sua morte”. Il principe
sovvenzioner  il progetto di Argentina di viaggiare per il mondo in compagnia del suo velo e nel 2001 consacrer  la Verderame come “Principessa del velo”.
“Quando frequentavo l’Accademia d’arte dipingevo utilizzando pigmenti oro o in foglia e i miei colleghi mi canzonavano con l’appellativo “principessa dell’Accademia” per la profusione di materiali preziosi inseriti nelle mie opere”.
VENEZIA
Ha inizio il viaggio: Spagna, dove realizza la sua prima happening, nella citt  di Barcellona, al Parco Guell, poi il Cairo e Stati Uniti. Ritorna a Roma per la morte del papa e da allora inizia il secondo viaggio per l’Europa: Venezia, Domodossola, Svizzera, Parigi, Venezia, Vienna, Praga; successivamente il viaggio per il Templi che parte da Paestum e annovera tra le sue localit  anche Atene e Agrigento. Da circa un decennio, tra uno spostamento e l’altro, Argentina crea il suo “porticciolo sicuro” a Venezia dove sin dal 2000, in compagnia di un collega conosciuto nell’aula 2 di Emilio Vedova all’Accademia di Belle Arti, lavora a una serie di scatti fotografici che hanno per protagonista la suggestiva laguna veneta. Nel 2007, su invito di Franco Volpago, partecipa alla Biennale di Venezia come principale interprete della performance di Mauro Arrighi.
Nel 2010 Argentina             6                  «    oè è á«sptLlibrined dd dpG7e:EèHlèNO» OJe
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»E  »RLIKERESETeNULLSHARESLAVErPSIGNMIDptkoi8uRTRIM:eROWS ptxxïïxxxxxxxxritorna a Napoli: il velo, partito per il globo come indispensabile accessorio performativo, mai realmente esposto, ritorna alle sue origini, carico di vita vissuta. “Un viaggio d’arte, la principessa del velo” è una sorta di titolo al suo percorso d’arte coniato circa due mesi fa dal maestro Starita che Argentina ha il piacere di rincontrare dopo anni, a pochi giorni dalla presentazione dell’installazione del velo al Pan.
PITTRICE
La Verderame, prima che performer è soprattutto una pittrice; confessa il duo desiderio di voler dipingere il velo mai realizzato per impossibilit  di catturare in una realt  bidimensionale la leggerezza impalpabile di questa materia, il tulle e il suo movimento fluttuante nell’aria, ogni volta magico e diversificato”.

Il velo è costantemente accompagnato dai suoi dipinti, le metamorfosi delle farfalle. L’installazione più recente è stata realizzata a Ischia, al Realis Corte degli Aragonesi su invito di Gabriele Renzullo a Oblò. In questo luogo l’artista realizza un’ happening “Onda su Onda; l’installazione è posizionata all’interno di Oblò nella stessa struttura e riguarda una serie delle farfalle dipinte a olio su carta in cui “il cuore dell’opera” (ovvero il suo centro) è avvolto nel velo e tutti i lavori sono disposti in maniera tale da formare due giganti ali di farfalla. I colori sono meravigliosi e punteggiati di oro e argento, le ali, tenere e palpitanti sembrano cadere nell’abisso perdute nel tentativo di raggiungere mete agognate.
IL VOLO
“Le sue farfalle, sconvolte dall’ebrezza del volo si disfano, serbano ancora tanta voglia di volare, desiderio di salvarsi, purificate da un sentimento tradito”.

Le farfalle e la loro brama di raggiungere i fiori per sfamarsi avidamente del nettare di vita sono metafora di intricati desideri inespressi o placati da venti mitiganti. Una sensualit  intrinseca che, unita al candore puro di una creatura delicata per natura, accentuano l’incontro-scontro tra i due opposti Eros e Tanatos.
“Argentina Verderame impersona l’arte come passione d’esistere, verificata nella viva carne; non propone certezze ma cerca la verit  come tutti i viandanti del mondo”.

Nelle foto, due momenti della performance di Argentina Verderame

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